Perché la lettura e perché la lettura ad alta voce? Le risposte sono in numero potenzialmente infinito. La lettura è sempre anche un’esperienza soggettiva e la lettura ad alta voce lo è doppiamente: per chi legge e per chi ascolta e, per di più, in una dimensione pubblica. Si può leggere per piacere o, all’opposto, per dovere, con gioia o frustrazione in un continuum che prevede molti gradi intermedi, anch’essi in numero incalcolabile. Allo stesso modo si può leggere ad alta voce e ascoltare le letture per tante ragioni e con diversi stati d’animo.

Se da questa prospettiva ci spostiamo su un piano educativo, possiamo, tuttavia, circoscrivere un’area nella quale le risposte alla questione del perché leggere ad alta voce si concentrano intorno al rapporto tra questa attività e lo sviluppo della competenza linguistica dell’individuo, intesa in chiave di democrazia, partecipazione e possibilità di accesso all’informazione e alla vita sociale.

Usare e saper usare le parole e le frasi significa innanzitutto essere in grado di produrre e di recepire parole e frasi in forma sia orale sia scritta. Ma non solo. Accanto a questi usi produttivi e ricettivi delle parole, ci ricorda Tullio De Mauro «c’è un uso interiore, che è stato chiamato anche discorso interiore o endofasìa (termine tecnico composto da due elementi di origine greca: “endo” «dentro, interno» e “-fasia” «parlare»). Essere in grado di padroneggiare le abilità di produzione e di ricezione, orale e scritta, ossia gli usi esofasici, e gli usi endofasici del linguaggio significa per ciascuno di noi possedere pienamente le abilità linguistiche.

Leggere ad alta voce, crocevia della competenza comunicativa

Tradizionalmente in glottodidattica gli usi produttivi (scrivere e parlare) e gli usi ricettivi (leggere e ascoltare) della lingua sono indicati con l’espressione “quattro abilità” ed è riconosciuto il rapporto di reciproca dipendenza tra di esse (Piemontese, 2002) così come ne risulta indiscussa la centralità nello sviluppo della competenza linguistica e nel processo di acquisizione matura del linguaggio (De Mauro, 1998).

Le quattro abilità, produttive e ricettive, nella loro interazione rappresentano dunque il centro delle azioni di educazione linguistica tanto da esserne definite i “cardini” nelle cosiddette “Dieci tesi” (Tesi VIII: “Principi dell’educazione linguistica democratica”, quinto e sesto principio) del Giscel, documento fondativo dell’educazione linguistica democratica in Italia, pubblicato nel 1973.

Nel promuoverne il possesso e lo sviluppo la scuola gioca un ruolo centrale e, in questo contesto, la lettura ad alta voce può rivelarsi uno strumento formidabile per diversi motivi.

Vorrei soffermarmi innanzitutto su due di essi: il primo è che la lettura ad alta voce può essere considerata un crocevia delle abilità linguistiche; il secondo è che tale attività stimola il discorso interiore ossia l’uso elaborativo e intimo della lingua, a pieno titolo parte dell’abilità linguistica di ogni persona. La lettura ad alta voce, infatti, richiede al contempo l’esercizio delle abilità produttive e ricettive: un soggetto legge e parla; uno o più ha o hanno scritto; uno ascolta. E chi ascolta e chi legge dialoga col testo costruendo un discorso interno, endofasico. A questo processo si salda un importante recupero dell’oralità, della parola, “viva”, dotata di una consistenza materiale (Sessa, 2018), che permette di considerare la lettura ad alta voce un ponte tra il polo del testo scritto e quello del testo parlato permettendo la copresenza della permanenza e della volatilità delle parole.

La lettura ad alta voce, inoltre, ha un legame molto saldo con la fisicità dell’individuo, con l’apparato fonico-acustico, con il versante delle emozioni e della corporeità. E proprio la fisicità, quella che De Mauro definisce “animalità” dell’essere umano è di grande importanza nel costituirsi di una lingua, che può essere considerata crocevia di storicità e naturalità, e enfatizza l’importanza dell’esperienza nell’apprendimento di una lingua (De Mauro 2012). La dimensione della fisicità è del resto richiamata esplicitamente anche nelle citate “Dieci tesi” che fanno del radicamento del linguaggio verbale nella vita anche biologica, oltre che emozionale, intellettuale e sociale, argomento della seconda Tesi.

Il circolo virtuoso delle letture ad alta voce

Se l’obiettivo generale dell’educazione linguistica è trovare le vie migliori perché le allieve e gli allievi si impossessino della lingua nei suoi diversi usi, è chiaro che occorre lavorare sullo sviluppo della capacità di comprensione e di uso attivo della lingua, compito che riguarda tutte le discipline. La crescita della capacità linguistica porta con sé da un lato la maturazione espressiva sia individuale sia della vita di relazione, che, su un piano più specifico, la crescita della capacità di capire i testi studiati nelle diverse discipline. Col crescere della capacità di capire i testi di varia natura si ha la possibilità di un arricchimento del vocabolario personale e si acquisisce una sempre maggiore capacità di addentrarsi in diversi e nuovi campi del sapere, arricchendo ulteriormente la propria competenza lessicale in un circolo virtuoso potenzialmente infinito. La pratica della lettura, del leggere per capire e per sperimentare i testi, favorisce in modo decisivo l’innescarsi di questo circolo ed è dunque di grande importanza il suo uso a scuola in chiave di potenziamento delle abilità linguistiche. Nell’uso di questo strumento sarebbe auspicabile coinvolgere sia le studentesse e gli studenti sia le loro famiglie, agendo così anche in chiave di contrasto all’analfabetismo e alla dealfabetizzazione.

Per incrementare la competenza lessicale

L’alfabetizzazione lessicale è un compito prioritario dell’insegnamento per il suo valore sociale, civile e costituzionale: conoscere e capire le parole permette all’individuo di partecipare in modo attivo alla vita della cultura. In Italia questa partecipazione è segnata da un profondo divario connesso al possesso del titolo di studio (Morrone, De Mauro, 2008), divario che potrebbe essere colmato da attività di formazione e lettura.

Leggere contribuisce in modo determinante alla crescita della competenza lessicale, e viceversa; la sola esposizione alla lettura ad alta voce sarebbe in grado di determinare un incremento del lessico quantificabile in “un milione di parole”, che tale sarebbe il divario tra bambine e bambini che hanno o non hanno completamente e o del tutto ascoltato in maniera sistematica letture ad alta voce (Logan et alii, 2019).

La natura incrementale del lessico in particolare nella scuola di base, le ricerche condotte sul contesto italiano e le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione del 2012 mettono in luce la necessità di lavorare sin dai primissimi livelli del sistema di istruzione sull’acquisizione e sull’espansione lessicale, evidenziando la differente situazione di partenza delle bambine e dei bambini in ingresso alla scuola primaria.

La questione è di grande rilievo didattico e sociale e porta con sé la necessità di individuare le dimensioni di lavoro costruendo percorsi didattici per incrementare il lessico e rafforzarne la padronanza. In questa direzione possiamo considerare la lettura ad alta voce come una vera e propria palestra per l’addestramento al senso delle parole. Come ogni palestra richiede pratica costante e frequentazione non occasionale. Incrementare il più possibile, dentro e fuori la scuola, occasioni di lettura ad alta voce significa aprire al pubblico palestre di apprendimento delle abilità linguistiche e di democrazia.

Bibliografia

Batini F. (a cura di) (2020). Scritti di Federico Batini, Annamaria Cacchione, Simone Giusti, Patrizia Sposetti. “Le parole e le storie”. Firenze: Giunti Scuola.

De Mauro T. (2014). “Storia linguistica dell'Italia repubblicana”. Bari: Editori Laterza.

De Mauro T. (2018) “L’educazione linguistica democratica” a cura di Loiero Silvana e Marchese M. Antonietta. Bari: Editori Laterza, pp. 203-210.

Sessa P.S. (2018). “La Lettura, il Corpo, la Voce. Fondamenti linguistici e neurali della lettura ad alta voce”. Roma: Giovanni Fioriti Editore.

Immagine: Libri proibiti, 1897

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