09 ottobre 2013

La narrativa di Obama non è in libreria: interferenze dell’inglese nella comunicazione

di Licia Corbolante*

Il dibattito sulla presenza degli anglicismi in italiano è molto vivace. C’è chi ritiene sia in un corso una progressiva sostituzione di elementi lessicali italiani già in uso con parole inglesi (imposta sui servizi > service tax, giornata elettorale > election day, ecc.) per rendere volutamente più oscura la comunicazione, ma in realtà si tratta di «una presenza obiettiva contenuta in percentuali fisiologiche [che] viene avvertita come preoccupante invasione perché amplificata dai mezzi di comunicazione di massa» (Antonelli). Gli anglicismi si fanno notare perché entrano in italiano come prestiti integrali (non adattati) e sono immediatamente riconoscibili come tali dal parlante comune, caratteristica che li rende particolarmente adatti a identificare senza ambiguità concetti specifici nei linguaggi tecnico-scientifici e settoriali, in molti casi facilitando la comunicazione.
Interferenza
I prestiti integrali sono sicuramente il più noto tra gli aspetti dell’interferenza, che si riferisce all’azione di un sistema linguistico su un altro e agli effetti provocati dal contatto tra lingue, e che a livello lessicale e semantico si manifesta con il passaggio di parole da una lingua all’altra (Palermo). Altre caratteristiche dell’interferenza meriterebbero altrettanta attenzione perché possono influenzare la comunicazione in maniera meno esplicita.
Calchi
I calchi sono particolari tipi di prestiti che fanno uso di elementi lessicali già esistenti nella lingua, quindi sono potenzialmente più ambigui. Solitamente si distingue tra calchi strutturali, che riproducono struttura e significato dell’altra lingua, ad esempio grattacielo da skyscraper, e calchi semantici, che sulla base di tratti semantici in comune conferiscono nuove accezioni, usi metaforici o particolari specializzazioni a parole esistenti, ad esempio finestra e icona da window e icon (Bombi).
Falsi amici
Un fenomeno di interferenza ancora più sfuggente e distorsivo è quello dei falsi amici, le coppie di parole di due lingue diverse che sono uguali o molto simili nella forma ma che non hanno lo stesso significato, come ingenuity ('ingegnosità') e ingenuità. Nei media si riscontrano spesso in articoli tradotti frettolosamente per un consumo immediato online e a volte anche in corrispondenze dall’estero di un certo rilievo e in testi redatti in contesti interamente italiani. Spesso si tratta di errori grossolani, evitabili consultando qualsiasi dizionario bilingue, in altri casi invece non vengono colte differenze più sfumate, non solo di significato ma anche pragmatiche o connotate culturalmente. Si notano infine esempi di nuovi concetti per i quali non esiste ancora un termine italiano corrispondente e che probabilmente vengono proposti “ad orecchio” usando la parola italiana più simile, ma senza segnalare che si tratta di una nuova accezione. L’evoluzione dei falsi amici è spesso imprevedibile, influenzata dai mezzi e dai modi di diffusione, da contaminazioni tra media, da avvenimenti specifici e da altri fattori extralinguistici: alcuni rimangono errori occasionali mentre altri si trasformano in prestiti, non sempre registrati nei dizionari. In tutti i casi ne risulta una comunicazione distorta o perlomeno con forti ambiguità, difficili da risolvere se non si è in grado di ipotizzare il contenuto del testo originale. Alcuni esempi dai media italiani:
Errori di traduzione – Sono interferenze sporadiche ma non abbastanza frequenti da segnalare una possibile nuova accezione, e risultano così particolarmente insidiosi perché trasmettono informazioni inesatte o un’immagine alterata di una notizia o di una persona. D escrivere un presidente americano come populista, ad esempio,non è molto lusinghiero se l’aggettivo inglese è populist, ossia 'non elitario', 'che fa gli interessi della gente'. Con idiosyncrasies si intendono le peculiarità o i comportamenti insoliti o inaspettati di un individuo, che nulla hanno a che vedere con avversioni e ripugnanze (idiosincrasie). Un’azione definita impressionante non è motivo di particolare vanto: in inglese impressive non segnala ammirato stupore ma un semplice apprezzamento, e se si legge che qualcuno ha celebrato una notizia non si deve pensare a solenni cerimonie ma a una conferma di gradimento fatta in pubblico. Curioso anche l’esempio di una frase attribuita a Steve Jobs, Stay hungry. Stay foolish. che è entrata ormai nell’immaginario collettivo in una traduzione errata, “Siate affamati, siate folli”, anche se non si trattava di un’esortazione alla pazzia ma di un invito a mantenersi sognatori e non condizionati.   
Potenziali prestiti  –Esistono falsi amici più diffusi, frequenti in occasione di particolari avvenimenti, che coesistono con soluzioni lessicali alternative, quindi è difficile prevedere se potranno effettivamente affermarsi e sostituirle. Un aggettivo che si ritrova spesso nelle notizie governative dagli Stati Uniti è fiscal con il significato di 'finanziario' o 'economico', tradotto letteralmente con fiscale; fiscal cuts però non sono riduzioni fiscali ma tagli alla spesa. Da qualche anno in inglese in ambito giornalistico è molto usata anche la parola narrative per descrivere una forma di comunicazione con un’esposizione argomentata che riflette al meglio la propria visione, i propri valori e i propri obiettivi. È un nuovo concetto adottato in italiano con il neologismo semantico narrazione, ignorato però da parecchi media che invece ricorrono al falso amico narrativa, suggerendo così insolite produzioni letterarie come la narrativa elettorale di Obama o la narrativa apocalittica di Ahmadinejad. Arriva dall’inglese anche la parola focus, una persona o situazione a cui si presta particolare attenzione (equivale a 'punto focale'), già presente in italiano nella forma latina come termine medico, 'focolaio di infezione', e per questo ancora fonte di parecchie perplessità nei lettori italiani. Influenzato probabilmente dal doppiaggio è l’uso di chimica [tra due persone], mentre in italiano il concetto inglese di chemistry è reso da 'alchimia', 'affinità' o anche 'feeling'.
Prestiti camuffati – Il termine prestito camuffato (Bombi) viene usato per descrivere i falsi amici accolti definitivamente nel lessico, un fenomeno di interferenza dove l’unico rapporto tra il materiale lessicale delle due lingue è di tipo formale, ossia un’integrazione “ad orecchio” senza una comune base semantica. Esempi tipici sono il termine informatico libreria che in inglese è una metafora di “biblioteca” (library) e non di negozio o di scaffale per i libri, amministrazione per il governo statunitense (administration) e paradiso fiscale, dovuto alla confusione tra (tax) haven, 'porto sicuro, rifugio', e heaven, 'paradiso'. Tra i prestiti camuffati più recenti si può includere visionario, 'che ha le idee chiare sul futuro' o 'che è originale o creativo', un’accezione entrata definitivamente in italiano con la scomparsa di Steve Jobs, a cui l’aggettivo è stato associato ormai centinaia di migliaia di volte; difficile prevedere se renderà obsoleta l’accezione 'che ha una comprensione distorta della realtà' o se coesisterà creando forse un esempio di enantiosemia e scontate ambiguità. Anche liriche per 'testo di una canzone' si è ormai trasformato in un prestito camuffato.
Interferenze sui prestiti – Un esempio particolare di interferenza è rappresentato dall’anglicismo che viene usato con un’accezione tipica dell’inglese ma mai recepita in italiano (raramente i prestiti trasferiscono tutti i significati della lingua originale); bungalow, ad esempio, in inglese è una casa a un piano, anche di parecchie stanze, con eventuale piano mansardato, ma il lettore italiano che legga di una persona che ha passato la vita in un bungalow immaginerà una vita disagiata in uno spazio angusto, sicuramente priva di qualsiasi prodotto sexy, che in inglese è qualcosa di attraente o ambito ma non implica alcuna connotazione sensuale o conturbante come invece sexy in italiano.
L’interferenza dell’inglese ha quindi molte sfaccettature, non tutte visibili, che se non sono riconosciute possono rendere poco chiara la comunicazione o far trarre conclusioni errate da un testo. Paradossalmente, la comunicazione potrebbe risultare meno distorta in presenza di anglicismi non noti perché sono comunque subito riconosciuti e sono più facilmente verificabili. 
 
Riferimenti e suggerimenti di lettura
Antonelli, G., L’italiano nella società della comunicazione, il Mulino, 2007.
Bombi, R., La linguistica del contatto. Tipologie di anglicismi nell’italiano contemporaneo e riflessi metalinguistici, Il Calamo, 2005.
Palermo, M., Interferenza, in Enciclopedia dell’Italiano Treccani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2011 pp. 669-671.
Renzi, L., Come cambia la lingua. L’italiano in movimento, il Mulino, 2012.
 
*Licia Corbolante è una terminologa che opera in ambiti informatici e tecnici, occupandosi in particolare di formazione e comunicazione interculturale. Ha studiato traduzione alla SSLMIT di Trieste e linguistica applicata, marketing e linguistica computazionale a Salford (GB) e Dublino. Scrive regolarmente sul blog Terminologia etc. con annotazioni su lingua, terminologia e traduzione.
 

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