Quante volte al giorno ci capita di leggere? Apriamo un libro o le notizie per informarci o per combattere la noia, riceviamo informazioni da avvisi e siti web, comunichiamo con un ufficio tramite mail… La lettura è una competenza fondamentale, basata su meccanismi complessi e delicati, ed è alla base di molte delle nostre interazioni con il mondo. A volte può però capitare di non capire qualcosa, per esempio quando riceviamo una lettera in burocratese, noto per essere eccessivamente oscuro e complicato: sicuramente ci sentiremo frustrati perché faremo fatica a capire cosa dobbiamo fare. Cerchiamo ora di immaginare l’esperienza quotidiana delle persone con difficoltà di lettura, che non possono interagire in modo indipendente con i testi scritti e vedono quindi limitato il loro il diritto all’informazione.

Per quali lettori semplificare

Una possibile soluzione per redigere testi facilitati, chiari ed efficaci, adatti a lettori con capacità di lettura ridotte, è il linguaggio facile da leggere e da capire, anche conosciuto in inglese come easy-to-read. Il linguaggio facile è stato pensato per persone con disabilità intellettive, ma è adatto anche ad altri lettori con limitazioni nella capacità di lettura dovute a patologie, condizioni e disturbi neurologici o psichiatrici, per esempio ADHD, cioè il disturbo da deficit di attenzione e iperattività; alcune forme di autismo, afasia, schizofrenia, depressione eccetera. Anche alcuni fattori sociali e culturali possono determinare difficoltà nella lettura, come avviene nel caso di bambini, anziani, stranieri, apprendenti di una lingua straniera o persone con un basso livello di scolarizzazione o competenze linguistiche limitate. Senza contare che un testo facile e ben scritto sarà adatto anche a chi ha competenze più avanzate, perché riuscirà a leggerlo senza sforzi.

Per farci un’idea sulle caratteristiche della scrittura facilitata, vediamo un breve esempio di linguaggio facile, tratto dal Manuale dell’italiano facile da leggere e da capire. Come scrivere testi semplici per persone con disabilità intellettive e difficoltà di lettura. Immagine 0

Il testo riassume bene le caratteristiche principali del linguaggio facile:

- le informazioni sono essenziali, selezionate in base a interessi, esperienze ed esigenze dei lettori e presentate ordine logico;

- la sintassi è semplice e lineare, con frasi brevi (10-15 parole) formate da soggetto, verbo e qualche complemento. I pronomi sono limitati e i soggetti sempre espliciti e ripetuti spesso per evitare ambiguità;

- le parole sono quelle usate nella vita di tutti i giorni. Un buon riferimento per individuarle è il Nuovo Vocabolario di Base di Tullio De Mauro;

- l’aspetto dei testi è molto riconoscibile, con immagini, caratteri grandi, ampi spazi e frasi spezzate con invii a capo che dividono le frasi più lunghe e danno alle righe un caratteristico aspetto frastagliato.

Nel corso degli ultimi anni sono state fornite diverse indicazioni per il linguaggio facile, fino ad arrivare a un tentativo di standard europeo con le linee guida prodotte nell’ambito del progetto Pathways, coordinato dall’associazione Inclusion Europe e patrocinato dalla Commissione Europea. Le indicazioni specifiche per la lingua italiana sono state invece pubblicate di recente nel Manuale dell’italiano facile da leggere e da capire che abbiamo già citato.

Il linguaggio facile in Italia

In Italia il linguaggio facile è stato anticipato dal periodico di notizie semplificate Due parole. Mensile di facile lettura, nato negli anni ’80 presso l’università La Sapienza di Roma e pubblicato fino al 2006. I principi e le regole usati per realizzare Due parole, descritti da Maria Emanuela Piemontese nel libro Capire e farsi capire, sono abbastanza simili a quelli del linguaggio facile, ma quest’ultimo ha limiti più stringenti, come nel caso della lunghezza delle frasi, stabilita per gli articoli di Due parole a 20-25 parole, contro le 10-15 del linguaggio facile.

Il linguaggio facile vero e proprio è invece poco diffuso e l’Italia è in notevole ritardo nella sua applicazione e diffusione rispetto ad altri Paesi, anche se l’argomento inizia a suscitare sempre più interesse. La sua principale promotrice resta l’associazione Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettive e/o Relazionali), che produce diversi documenti semplificati: dalle istruzioni sull’uso della lavatrice a quelle su una corretta alimentazione, dai giornalini delle sedi dell’associazione alle guide dei musei. La stessa associazione ha avviato anche iniziative di redazione di testi semplificati in occasione di eventi importanti che richiedono il coinvolgimento diretto della cittadinanza, come le elezioni politiche o quelle europee, oppure documenti sulla diffusione del COVID-19. Tra i materiali semplificati ci sono anche documenti importanti per le persone con disabilità intellettive, come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e quelli prodotti nell’ambito dei progetti Io, Cittadino!, pubblicati nel 2016 sul tema dell’auto-rappresentanza, e Capacity, realizzato nel 2018 per aiutare persone con disabilità intellettive a prendere decisioni da sole.

La gran parte delle amministrazioni pubbliche non è ancora venuta in contatto con il linguaggio facile e le iniziative in tal senso sono limitate. Tra le eccezioni c’è il progetto-pilota della Provincia Autonoma di Bolzano, che ha pubblicato la versione semplificata della legge provinciale 14 luglio 2015 n. 7. La legge riguarda la partecipazione e l’inclusione delle persone con disabilità: quindi la scrittura in linguaggio facile non è altro che la prima applicazione della stessa legge e serve a informare i diretti interessati del suo contenuto. Anche il sito web della stessa Provincia Autonoma prevede una versione in linguaggio facile.

Trieste per il museo

La città di Trieste è invece all’avanguardia dal punto di vista museale: il Museo di Storia Naturale prevede spiegazioni in linguaggio facile. Inoltre ho realizzato una proposta di pannelli facilitati per il futuro Museo della Letteratura.

Un altro esperimento recente riguarda l’applicazione per un pubblico di immigrati: la Regione Toscana ha messo a disposizione un glossario semplificato di termini amministrativi, le cui definizioni sono state scritte seguendo i principi della scrittura facilitata.

La limitata diffusione del linguaggio facile in Italia rappresenta senza dubbio un limite per l’inclusione delle persone con disabilità intellettive ed è in contrasto con la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, che l’Italia ha ratificato nel 2009. Secondo l’articolo 9 della convenzione, gli Stati dovrebbero identificare ed eliminare le barriere presenti non solo in edifici, strade e trasporti, cioè le barriere tradizionalmente associate all’accessibilità, ma anche nei servizi di informazione e comunicazione, per permettere a tutti di vivere e interagire in modo autonomo, partecipare a tutti gli ambiti della vita sociale, formarsi, informarsi e divertirsi.

Letture consigliate

Crepaldi Davide, Neuropsicologia della lettura. Un'introduzione per chi studia, insegna o è solo curioso. Roma, Carocci, 2020.

Piemontese Maria Emanuela, Capire e farsi capire. Teorie e tecniche della scrittura controllata. Napoli, Tecnodid, 1996.

Sciumbata Floriana Carlotta_, Manuale dell’italiano facile da leggere e da capire. Come scrivere testi semplici per persone con disabilità intellettive e difficoltà di lettura_. Firenze, Franco Cesati. 2022.

Immagine: Henri Matisse; La danse (second version), via Wikimedia Commons