Le Parole Valgono

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La 72esima edizione del Festival della canzone italiana si è da poco conclusa con un podio multigenerazionale che ha visto trionfare Mahmood e Blanco con il brano Brividi. Un’edizione da record all’insegna dell’ottimismo e del ritorno alla positività che verrà ricordata come una delle più di successo nella storia del festival. Questa lista propone un approfondimento di 10 parole provenienti dai testi delle venticinque canzoni in gara, per riflettere insieme sul loro significato lessicale e in relazione al contesto del brano di cui fanno parte. 

Buona lettura e buon ascolto!

E vincere battaglie non mi serve mica Perché questa è una guerra in cui si perde sempre E io perdo la testa come Oloferne

Oloferne viene citato nella Bibbia Cristiana come generale di Nabucodonosor, re degli Assiri. Durante l’assedio di Betulia, rimase affascinato dalla vedova ebrea Giuditta. La donna lo sedusse e lo convinse a ubriacarsi e, una volta privo di sensi, lo uccise decapitandolo. L’io narrante in Abbi cura di te di Highsnob e Hu fa riferimento a questo episodio biblico per descrivere le emozioni legate alla fine di una relazione. Il dolore sopra tutte ricopre un ruolo centrale nel testo, viene espresso molteplici volte (“tagli sopra le mie mani”, “E farsi male fino a sfinirsi”, “le nostre parole / sono diventate armi in mano a dei bambini / E fanno così male che non te l’ho detto”). Nel Purgatorio di Dante, Oloferne è presente all’interno della cornice dei superbi. Spesso le ferite più profonde in un rapporto sono causate dalla superbia di voler continuare una relazione nonostante sia giunta al termine. Il protagonista del testo trova una risoluzione proprio nell’allontanamento, e nonostante la sofferenza che sta provando, riesce ad augurare il meglio alla persona amata.

È come fosse domenica Baby, è ancora presto, presto È come fosse domenica Sì, domani poi vedrò

Sia in ambito secolare che nella tradizione cristiana, la domenica rappresenta un giorno festivo e di riposo dal lavoro. Nel brano omonimo di Achille Lauro, accompagnato dall’Harlem Gospel Choir, riecheggia la spensieratezza e senso di libertà legato alla domenica, il tutto mantenendo il tono provocatorio associato al cantante. “Sembra ti tocchino, oh my God / Città peccaminose /Donne pericolose / L’amore è un’overdose”. Lauro accosta il religioso al profano, inneggia a Dio in un contesto dissacrante in cui la trasgressione (le “città peccaminose” sono un possibile riferimento a Sodoma e Gomorra) e i vizi vengono celebrati.

E sei tu quel confine fra il giorno e la notte Dove io mi nascondo con le mie mani rotte Che continuo a scagliare su un muro che non cade giù Ma la forza che sento dentro ad ogni sospiro imperfetto Sei tu

Il brano Sei Tu di Fabrizio Moro, vincitore del Premio Sergio Bardotti come miglior testo, ha come protagonista un uomo imperfetto e consapevole delle proprie imperfezioni che si rivolge a una persona che gli è stata accanto e ha ridato senso alla sua vita. La gratitudine del narratore è assoluta, la persona a cui parla è parte del suo “ossigeno”, diviene per lui il “mondo” stesso. “La distanza fra un uomo che ha vinto ed un uomo sconfitto / Sei tu”. Il narratore non avrebbe superato i suoi momenti più bui se non fosse stato per il sostegno ricevuto. Anche con tutti i suoi errori e fallimenti, l’aver avuto qualcuno di così importante accanto lo fa sentire un vincitore.

E non mi basta avere un cuore per provare dell’amore veramente E non mi servono parole per un poco di piacere è solamente Una questione di Chimica

La voce narrante di Chimica di Ditonellapiaga e Rettore ci ricorda che nella vita, e soprattutto, nelle relazioni si tratta spesso di una questione di chimica, ovvero di un’intesa a pelle, istintiva e irrazionale. “E non mi basta avere un cuore / Per provare dell’amore veramente”. A governare l’amore non è il cuore, ma la chimica, una forza che non è imbrigliabile nemmeno dal pudore e dalla morale. “Il mondo fuori è un ricordo alla fine / Se ho gli occhi nei tuoi occhi / E le tue labbra sulle mie labbra / La mano sulla coscia incalza”. Quando scatta tra due persone, la chimica è come una forza cinetica inarrestabile, diventa una potenza totalizzante: esclude il mondo esterno, acuisce i sensi, e conduce a un piacere intenso. Nel testo di Ditonellapiaga e Rettore si celebra l’attrazione tra due corpi e l’amore fisico privo di qualsiasi vergogna o inibizione.

E ti vorrei amare ma sbaglio sempre E mi vengono i brividi, brividi, brividi

Brìvido s. m. [voce onomatopeica, prob. già gallica]. – Serie di piccole contrazioni involontarie di fascetti muscolari, estese a gran parte del corpo, irregolarmente ritmiche, assai ravvicinate; può essere provocato dal freddo, o dall’insorgere della febbre, o da forti emozioni. I brividi di cui parlano Mahmood e BLANCO nel brano omonimo vincitore del Festival della canzone italiana sono causati dalla fine di una relazione. Il protagonista racconta gli errori fatti con la persona amata e il progressivo deteriorarsi della relazione. “Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno / Io non lo voglio più addosso”. L’unico epilogo possibile è la fine di questo rapporto: la persona amata va via e lascia l’io narrante “nudo con i brividi”.

A forza di credere che il male passerà Sto passando io e lui resta Mi devo trascinare presto fuori di qua Dai miei pensieri pigri nella testa Fare qualcosa Oppormi all′inerzia e alla sua forza

Il testo di Apri tutte le porte di Gianni Morandi porta con sé un messaggio di ottimismo e amore per la vita, che va vissuta a pieno lottando contro le forze dell’inerzia che, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà e insicurezza, spingono alla passività. “E l'abitudine è una brutta bestia / Un parassita che lentamente infesta / Tutto quanto fino a prendere il potere / E non riesci più a reagire”. Quando uno stato di drammaticità si protrae in maniera indeterminata, è molto comune sentirsi paralizzati e addirittura insensibili rispetto al momento di crisi che si sta vivendo. Liberarsi di questo intorpidimento può essere difficile tanto quanto liberarsi di un parassita. L’unica risposta è reagire in maniera attiva; ricercare il positivo e, come dice il testo di Morandi, dire: “Questo è un giorno nuovo”, a prescindere dal risultato finale. “E se funziona o no non lo so, forse sì”.

Volano farfalle sulle lampadine Attratte come fosse la luce del sole Come me che tra miliardi di persone Vengo verso di te

Quando si parla di amore, le farfalle sono oramai parte dell’immaginario collettivo grazie all’espressione “farfalle nello stomaco”, la quale va a indicare uno stato di forte tensione emotiva. L’amore è centrale nel testo di Farfalle di Sangiovanni, in particolar modo l’amore nella sua semplicità e quotidianità. “Non ho nulla a parte te / Che mi faccia respirare / Sei una botta di ossigeno in mezzo all’industria”. Il legame tra il narratore e la persona amata è purificante rispetto agli aspetti più tossici della vita di tutti i giorni. È un amore che eleva, e permette al narratore di sentirsi come se avesse “due ali per volare”.

In bilico su un filo spinato, amo il pericolo Ed io che mi ostino a starci sopra Baci rubati respiro gasolio Sentimi il polso

In Insuperabile di Rkomi, si racconta un amore focoso e incontrollabile, come una macchina a tutta velocità (“A centottantamila giri su una coupè”). Il protagonista percepisce il pericolo di una relazione così passionale e potenzialmente distruttiva, paragona se stesso e la persona amata a “Due molotov in fiamme nella corrente” e il loro rapporto a “un filo spinato”. Invece di fuggire però, il protagonista si ostina a stare sopra a questo pericolo, rimane fermo nella propria volontà di portare avanti questa storia d’amore torrida e tormentata, nonostante la paura, il “sangue freddo”, che percepisce nelle vene.

La fine del mondo è una giostra perfetta Mi scoppia nel cuore la voglia di festa La fine del mondo, che dolce disdetta

In Ciao Ciao di La rappresentante di lista, il mondo è sull’orlo del baratro, ma l’atmosfera è tutt’altro che cupa. L’apocalisse è affrontata dalla voce narrante con leggerezza e ironia (come sottolinea l’esclamazione “che dolce disdetta”) e diventa così una corsa su giostra, una sorta di grande festa in cui danzare fino allo sfinimento. “Nel silenzio della crisi generale / Ti saluto con amore / Con le mani, con le mani, con le mani, ciao, ciao”. Perfino le pene d’amore possono essere affrontate con il sorriso sulle labbra: alla fine del mondo non c’è tempo per aggrapparsi alle relazioni complicate, che possono essere salutate senza rimpianti.

Amore, vedi, così buio è Questo mare Troppo grande per Non tremare Quasi giorno ormai Poi il tempo si ferma Qualcuno grida: "Terra, terra, terra!"

Nel brano di Massimo Ranieri Lettera di là dal mare, terra diviene simbolo di speranza e salvezza. La voce è quella di un migrante in viaggio verso l’America (“dove piove fortuna / dove c’è libertà”) per cercare una vita migliore. La terra rappresenta un “sogno altrove”, ed è posta in contrasto con il mare, l’incertezza e i pericoli che si è costretti ad affrontare. È un brano che evoca tutte le facce del dramma della migrazione; non solo le paure della traversata che troppo spesso miete vittime, ma anche la mancanza di solidarietà e accoglienza (“ed è silenzio tra due sponde”) e il trauma che resta con chi è sopravvissuto (“Mai nessun temporale lavare potrà / Le nostre ferite dal sale”).