Ira, invidia, lussuria e sodomia
PIETRO ARETINO
Ira, invidia, lussuria e sodomia,
accidia, gola, superbia e furore,
avarizia, discordia, odio e rancore,
vanagloria, sciocchezza e simonia,
5 malignità, rapina, ipocresia,
tirannia, tradimento con timore,
bugia, assassinamento, arte e favore,
falsità, boria, errore e bareria,
la voluntà e la disperazione,
10 la malinconia fredda più d’un sasso,
adulazione, affanno e passione,
infido viso, il mirar torto e basso,
sono in contrasto rinchiusi in prigione
per creare un fattore a Satanasso.
15 Va ciascuno in conquasso
per esser lui, né posson fare accordo,
tanto è ciascun di quel boccone ingordo.
E io do per ricordo,
che al fin di loro il più tristo sie fatto
20 e darà a chi non crede scacco matto.
Parafrasi
Commento
PIETRO ARETINO
Pietro Aretino (Arezzo 1492 - Venezia 1556), di umili origini, dapprima pittore, è poi cortigiano, scrittore e polemista, solo apparentemente istintivo e volgare, in realtà acutamente anticlassicista. Vive dal 1517 al 1522 a Roma alla corte di Leone X, poi vi fa ritorno nel 1523 e lascia definitivamente la città nel 1525. Dal 1526 al 1527 è a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere e poi di Federico Gonzaga. Dal 1527 vive a Venezia, agiato e famoso, amico del Bembo e di Tiziano e protetto da Francesco I e Carlo V. Tra le opere, oltre alle Pasquinate, sono i Sonetti lussuriosi (1524), il Ragionamento della Nanna e dell’Antonia (1534) e il Dialogo nel quale la Nanna insegna a la Pippa (1536, tra prostitute), apertamente osceni e mordaci, le commedie Farza (1525), La cortigiana (1525 e 1534), Il Marescalco (1527-30), Talanta e Ipocrito (1542), Il Filosofo (1546), la tragedia in versi Orazia (1546, considerata la migliore del secolo), poemi narrativi, prose religiose e Vite di santi, infine un ricchissimo epistolario (sei libri di Lettere, 1538 - 57), forse la sua opera maggiore per la modernità e vivacità della scrittura e l’acutezza nell’osservazione del vero.Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli