Chiuso era il sol da un tenebroso velo

LUDOVICO ARIOSTO

       

       Chiuso era il sol da un tenebroso velo,
       che si stendea fin all’estreme sponde
       de l’orizonte, e murmurar le fronde
       e tuoni andar s’udian scorrendo il cielo;
5        di pioggia in dubbio o tempestoso gelo
       stav’io per ire oltra le torbid’onde
       del fiume altier che il gran sepolcro asconde
       del figlio audace del signor di Delo,
       quando apparir su l’altra ripa il lume
10      de bei vostri occhi vidi e udii parole
       che Leandro potean farmi quel giorno.
       E tutto a un tempo i nuvoli d’intorno
       si dileguaro e si scoperse il sole;
       tacquero i venti e tranquillossi il fiume.


Parafrasi

Il sole era nascosto da una buia nuvolaglia che si estendeva fino ai punti più lontani dell’orizzonte, e si sentivano stormire le fronde e i tuoni attraversare tutto il cielo; mentre pareva che stesse per piovere o per grandinare, io mi accingevo ad attraversare le onde intorbidite del protervo fiume (il Po) che nasconde il grande sepolcro dell’audace figlio (Fetonte) del signore di Delo (Apollo); quando vidi apparire sull’altra sponda le luce dei vostri begli occhi, e sentii le parole che quel giorno avrebbero potuto indurmi a fare come Leandro. E d’improvviso le nuvole intorno a noi si dileguarono e riapparve il sole; i venti tacquero e il fiume si placò.

Commento

La scena è dominata dalla descrizione della tempesta che incombe, con il cielo nero di nubi e attraversato da lampi e tuoni, il fiume ingrossato, la minaccia di un imminente temporale con pioggia e grandine. Poi in un istante, con l’improvvisa apparizione dell’amata, lo scenario cambia totalmente: la luce dello sguardo di lei si oppone al tenebroso velo delle nuvole, il sole torna a splendere, cade il vento e le onde si placano. L’amore per la natura e l’Amore che rende benevola la Natura sono due temi costanti e spesso intrecciati nell’arte del Rinascimento, in particolare nella pittura, da Botticelli a Giorgione, a Leonardo, a Tiziano, cui sembra ispirarsi il sonetto. L’armonia del creato si celebra anche in questo paesaggio: memore delle ‘catastrofi’ mitologiche di Fetonte (che precipitò nel fiume mentre guidava, inesperto, il carro del Sole) e di Leandro (che per raggiungere la sua Ero attraversava a nuoto l’Ellesponto, e l’ultima volta vi trovò la morte); ma, stavolta, pacificato dalla presenza della donna amata, creatura illuminante e protettrice.
LUDOVICO ARIOSTO

LUDOVICO ARIOSTO

Ludovico Ariosto (Reggio nell’Emilia 1474 - Ferrara 1553), funzionario estense come il padre, dal 1503 è al servizio del cardinale Ippolito, per il quale compie importanti ambascerie, e dal 1517 del duca Alfonso, per il quale è anche governatore della Garfagnana (1522-25). Padre di due figli, nel 1503 si innamora di Alessandra Benucci, che sposa segretamente nel 1527. Oltre al capolavoro, il poema Orlando Furioso, cui lavora per trent’anni (iniziato nel 1505 e pubblicato nel 1516, e con rielaborazioni nel 1521 e nel 1532), scrive commedie (La Cassaria, 1508; I Suppositi, 1509; I studenti, incompiuta, 1518; Il negromante, 1520; la Lena, 1528), sette Satire (1515-1525), versi in latino e in volgare e circa duecento Lettere.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli