La città addormentata
ENRICO CAVACCHIOLI
Come la rete intricata delle strade violette,
sulle quali un asino pigro sferraglia nella penombra,
con le finestre chiuse e qualche beghina, in piedi,
su la porta, che scruta il cielo orientale,
5 la città che dorme, ha stamane un profumo
di convalescenza.
Ma dalla campagna lontana, giungono strani carriaggi,
che sanno di verdura e di concime. Schiocca una frusta
dietro lo zoccolante passo di un ronzino da fiera,
10 ed una canzone, a mezza voce, accompagna l’apparizione.
Piccolo borgo paesano, pare questa città nell’alba
con le bandiere
dei cenci che l’adornano da una finestra all’altra;
con due caffè che spalancano le loro luci beffarde
15 prima delle chiese, e le campane malinconiche,
sguinzagliate a chiamar fedeli, di porta in porta....
Se non fosse la sua scenografia da Bastiglia,
se non fosse l’artiglieria delle sue ciminiere,
questa città sembrerebbe una ridicola
20 messa in scena borghese
crescita e morta su di una fossa:
in cui per fortuna, un pesco distende a gran pena
un braccio tutto fiorito della sua gloria rossa...
Commento
ENRICO CAVACCHIOLI
Enrico Cavacchioli (Pozzallo, Ragusa, 1885 - Milano 1954), commediografo e giornalista, giunge in giovane età a Milano, ove frequenta gli ambienti letterari. I suoi esordi sono futuristi, con i volumi L’incubo velato. Poemetti e liriche (1906), Le ranocchie turchine (1909) e Cavalcando il sole (1914). Critico drammatico del Secolo, dirige la rivista Il Mondo e il periodico teatrale Comoedia; è poi redattore capo della Stampa di Torino e direttore dell'Illustrazione Italiana e, nel secondo dopoguerra, della Gazzetta di Parma. Tra le sue commedie “d’avanguardia”, basate sul contrasto tra illusione e realtà e animate da una sottile ironia nei confronti del dramma borghese, sono L'uccello del paradiso e Quella che t'assomiglia (1919), La danza del ventre (1921), Il cammello (1923), La corte dei miracoli (1927), Il cerchio della morte (1930), Le stelle nel pozzo (1943).Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli