Stella maggior
MELCHIORRE CESAROTTI
Stella maggior della cadente notte,
deh come bella in occidente splendi!
e come bella la chiomata fronte
mostri fuor delle nubi, e maestosa
5 poggi sopra il tuo colle! E che mai guati
nella pianura? I tempestosi venti
di già son cheti, e ’l rapido torrente
s’ode soltanto strepitar da lungi,
che con l’onde sonanti ascende e copre
10 lontane rupi: già i notturni insetti
sospesi stanno in su le debili ale,
e di grato susurro empiono i campi.
E che mai guati, o graziosa stella?
Ma tu parti e sorridi; ad incontrarti
15 corron l’onde festose, e bagnan liete
la tua chioma lucente. Addio, soave
tacito raggio: ah disfavilli omai
nell’alma d’Ossian la serena luce!
Parafrasi
5 guati: vedi.
12 grato susurro: piacevole brusio, come il canto dei grilli.
14 parti: ti allontani.
17 disfavilli omai: risplenda ormai.
18 la serena luce: della luna.
Commento
MELCHIORRE CESAROTTI
Melchiorre Cesarotti (Padova 1730 - Selvazzano, Padova, 1808), di famiglia nobile ma non ricca, sacerdote, insegna greco ed ebraico a Padova. Protetto da Napoleone, cui dedicerà il poema Pronea (1807), scrittore molto fecondo, cura egli stesso l’edizione delle proprie opere in 40 volumi (1800-1813). Traduce dal greco (l’Iliade, 1786-1794) e dalle lingue moderne. Scrive di letteratura (Sopra il diletto della tragedia e Sopra l'origine e i progressi dell'arte poetica, 1762; Corso ragionato di letteratura greca, 1781), di politica (Il patriottismo illuminato, 1797), di filologia (il Saggio sulla filosofia del gusto e il notevole Saggio sulla filosofia delle lingue, entrambi pubblicati nel 1785. I versi che, oltre a quest’ultima, gli danno maggiore fama, diffondendo rapidamente la moda di un mondo sentimentale nuovo, barbarico e aggraziato insieme, sono le Poesie di Ossian antico poeta celtico (2 volumi, 1763, e 4 volumi, 1772 e 1801); in realtà si tratta della versione di componimenti scritti dal 1760 dallo scozzese James Macpherson (1736-1796) rielaborando testimonianze di antichi canti popolari e spacciati per testi di un bardo gaelico del III sec. d.C.Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli