Di’, Maria dolce
GIOVANNI DOMINICI
Di’, Maria dolce, con quanto disio
miravi ’l tuo figliuol, Cristo mie Dio?
Quando tu ’l parturisti senza pena,
la prima cosa, credo, che facesti,
5 tu l’adorasti, o di grazïa piena,
poi sopra ’l fien nel presepio ’l ponesti;
in pochi e pover panni lo ’nvolgesti,
maravigliando e godendo, cred’ io.
Oh quanto gaudio avevi, oh quanto bene,
10 quando tu lo tenevi nelle braccia!
Dimi, Maria - ché forse si conviene
ch’un poco per pietà mi sodisfaccia -,
baciavil tu allora nella faccia,
s’i’ ben credo, dicendo: “O figliuol mio!”?
15 Quando figliuol, quando padre e signore,
e quando Iddio, quando Jesù il chiamavi,
oh quanto dolze amor sentivi al cuore!
E quando in gremio il tenevi e lactavi,
quanti dolci acti e d’amor süavi
20 avesti, essendo col tuo figliuol pio!
I’ mi credo che tu penavi alquanto
Quando Jesù la mattina vestivi;
perché a toccarlo avevi piacer tanto,
mal volentieri da te el dipartivi;
25 non so come di te tu non uscivi,
né com’el cuor da te non si partio.
O quante volte, essendo co’ fanciulli,
in frecta credo che Jesù chiamasti,
fra te dicendo: “Tu pur ti trastulli,
30 ma questo non è già quel ch’a me basti!”.
Allor con tal piacer tu ll’abbracciasti,
ch’altri che tu cotal mai non sentio.
Quando un poco talor al dì dormiva,
e tu, destar volendo ’l paradiso,
35 pian piano andavi, che non ti sentiva,
poi ’l viso ponevi al santo viso;
dicevi poi con un materno riso:
“Non dormir più, ché ti sarebbe rio!”.
Vanne a Maria, nostra advocata cara,
40 inginocchiata a llei per me la priega,
che non mi sia del suo figliuolo avara,
po’ ch’egli a llei nulla negò né niega,
e dilli poi: “Deh lega, oramai, lega
costui, che sempre da te si fugìo”.
Parafrasi
Commento
GIOVANNI DOMINICI
Giovanni Dominici, al secolo Giovanni di Domenico Banchini, o Banchetti (Firenze 1355/6 - Buda 1419), dotto e impetuoso predicatore domenicano a Venezia dal 1391 al 1399 e poi a Firenze, è ambasciatore fiorentino a Roma; nel 1407 viene nominato cardinale di Ragusa da papa Gregorio XII, di cui è consigliere e confessore, e che lo invia al Concilio di Costanza del 1414; è poi inviato in Ungheria in missione contro l’eresia hussita. Viene beatificato nel 1832. Tra le opere sono il Libro d'amor di carità, degli anni 1397-98, la Regola del governo di cura familiare, composta nel 1401-1403 e la Lucula Noctis, in latino, scritta nel 1405, nel corso di una polemica che è tra gli eventi di maggior rilievo nella cultura fiorentina dei primi anni del Quattrocento e nella quale, in favore dei principi dogmatici del cristianesimo, Giovanni confuta decisamente le argomentazioni dell’umanista Coluccio Salutati in favore della poesia e della cultura classica.Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli