8.

ALFREDO GIULIANI

       

       Nei tardi pomeriggi di quegli anni, inforcato
       il cappello nero di paglia sulle trecce a torciglio
       sopra le orecchie, la nonna trascinava il bimbo
       alle novene o al maggio mariano. Renitente
5        all’assurda costrizione dei ginocchi, stranito di noia,
       trattenevo gli scalpiti del cuore nell’odore stordente
       di cera e d’incenso tra i mormorii paurosi delle litanie
       echeggiati sotto le navate fino al soffitto altissimo.
       Lugubre saliva e scendeva la voce falsa e simbolica
10      del predicatore. La nonna brontolava preghiere, ingobbita,
       le mani raccolte sulla fronte sgranava il rosario.
       A volte sentivo le rondini garrire a picco sui finestroni
       mentre il cielo struggente imbruniva. Oppure girovagavo
       per le navate fioche e irte di lisci meandri tra i pilastri
15      freddi a toccare, tra i riverberi delle sante candele.


Commento

Nella prima fase della sua opera, come in questi versi, Alfredo Giuliani - poi uno dei maggiori rappresentanti della nuova avanguardia - mostra, accanto al forte contenuto autobiografico, una volontà espressiva volta alla ribellione verso un mondo ormai troppo ideologizzato e, tutto sommato, impoetico. La sua successiva evoluzione lo porterà a uno sperimentalismo linguistico e, si direbbe, ideologico talvolta esasperato (una visione da lui definita “schizomorfa”) che richiama sulla scena le esperienze delle prime avanguardie novecentesche (futurismo, dadaismo, surrealismo) o le esperienze di James Joyce e di Ezra Pound; qui, però, la parola è più che mai aderente alle sofferenze di un’anima dolente quanto vorace.
ALFREDO GIULIANI

ALFREDO GIULIANI

Alfredo Giuliani (Mombaroccio, Pesaro, 1924 - 2007), docente di storia della letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’università di Chieti, critico militante per la poesia sulla rivista Il Verri fino al 1961 (recensioni pubblicate nel 1965 in Immagini e maniere), fa parte del Gruppo ’63 e nel 1961 cura la pubblicazione dell’antologia I Novissimi, uno dei testi fondamentali della neoavanguardia, che raccoglie molte delle sue poesie accanto a quelle di Edoardo Sanguineti, Elio Pagliarani, Antonio Porta (Leo Paolazzi) e Nanni Balestrini. Direttore responsabile della rivista del Gruppo ’63, Quindici, fondata a Roma nel 1967, e collaboratore della Repubblica, pubblica le raccolte Il cuore zoppo (1955), Povera Juliet e altre poesie (1965), Il tautofono (1969), Chi l’avrebbe detto (1973), Versi e nonversi (1986) e il romanzo sperimentale Il giovane Max (1977); tra i saggi, Le droghe di Marsiglia (1977) e Autunno del ’900 (1984).

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli