S’eo son distretto
BRUNETTO LATINI
S’eo son distretto inamoratamente
e messo jn grave affanno
assai più ch’io non posso soferire,
non mi dispero né smago neiente,
5 membrando che mi dànno
una buona speranza li martire,
com’eo degia guerire:
ché lo bon soferente
riceve usatamente
10 buon compimento delo suo disire.
Dunqua, s’io pene pato lungiamente,
non lo mi tegno a danno,
anzi mi sforzo ognora di servire
lo bianco fioreauliso, pome aulente
15 che nova ciascuno anno
la gran bieltade e lo gaio avenire.
Così mi fa parere
fenice veramente;
ch’ello similemente
20 è solo, e poi rinova suo valere.
Pertanto mi sconforto coralmente,
ché ne ricevo inganno,
poi m’è lontano ov’eo nom posso gire;
ma vo’ seguir lo ciervio umilemente
25 che, poi conquiso l’ànno,
a’ cacciator ritorna per morire.
Ed io volglio rivenire
al mio ’more sovente
sì ch’alo suo vidente
30 ello m’agiuti o veiami perire.
Ormai mi ’nchino e son merzé cherente
algli amadori, che sanno
chi ’m balia m’ave e faciemi languire;
che ’l movano a pietanza dolzemente
35 quando con ello stanno,
ch’a sé m’acolga e facciami gioire:
ch’io non posso campire
se prosimanamente
ello, che fue ferente,
40 non mi risana e fa gioia sentire.
Vatene, chanzonetta mia piagiente,
a que’ che canteranno
pietosamente delo meo dolire,
e di’ che ’n mare frango malamente
45 ma contro a tempo spanno,
ch’al dritto porto nom posso tenere.
Pregagli che ’n piacere
metano a l’avenente,
che mi dea prestamente
50 conforto tal che mi degia valere.
Parafrasi
Commento
BRUNETTO LATINI
Brunetto (o Burnetto) Latini (Firenze 1220 circa - 1274), notaio, nel 1260 è ambasciatore guelfo in Castiglia presso Alfonso X; dopo la sconfitta di Montaperti, esule, vive in Francia, ad Arras, Parigi e Bar-sur-Aube; dopo la battaglia di Benevento torna a Firenze, occupando importanti cariche pubbliche fino al priorato (1287). Dante Alighieri lo considera suo maestro, e nell’Inferno, pur ponendolo tra i sodomiti, ne ricorda con grande affetto “la cara e buona imagine paterna”. Tra i maggiori intellettuali laici del suo tempo, nell’esilio francese compone Li livre dou Trésor, ricca enciclopedia in tre libri; in italiano e in versi (settenari a rima baciata) il Favolello, epistola sull’amicizia, e il Tesoretto, compendio dell’opera maggiore, nonché la canzone S’eo son distretto. Traduce, per primo in Europa, Cicerone (tre orazioni, Pro Ligario, Pro Marcello, Pro rege Deiotaro e i primi 17 libri del De inventione, anche commentati nella Rettorica).Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli