Laude novella

LAUDARIO DI CORTONA

       

       Laude novella sia cantata
       a l’alta donna encoronata!
       Fresca vergene donzella,
       primo fior, rosa novella,
5        tutto ’l mondo a te s’apella;
       nella bon’or fosti nata.
       Fonte se’ d’aqqua surgente,
       madre de Dio vivente:
       tu se’ luce de la gente,
10      sovra li angeli exaltata.
       Tu se’ verga, tu se’ fiore,
       tu se’ luna de splendore:
       voluntà avemo e core
       de venir a te, ornata!
15      Tu se’ rosa, tu se’ gillio,
       tu portasti el dolce fillio,
       però, donna, sì m’enpillio
       de laudar te, honorata.
       Archa se’ d’umilitade,
20      vaso d’ogne sanctitade:
       en te venne deitade
       d’angel foste salutata.
       De le vergin se’ verdore,
       de le spose se’ honore
25      a tutta gente port’amore,
       tanto se’ ingratiata.
       Nulla lingua pò contare
       come tu se’ da laudare:
       lo tuo nome fa tremare
30      Sathanàs a mille fiata.
       Pregot’, avocata mia,
       ke ne metti en bona via;
       questa nostra compania
       sìate sempre commendata.
35      Commendànte questa terra,
       che la guarde d’ogne guerra:
       ben s’enganna e tropp’erra
       ki t’afende, o bëata!


Parafrasi

Sia cantata una nuova lode alla grande signora incoronata! Fresca vergine fanciulla, primo fiore, rosa appena sbocciata, tutto il mondo ti invoca; tu sei nata in un momento fortunato. Sei una fonte d’acqua sorgiva, madre del Dio vivente: tu sei la luce di tutti noi, esaltata più in alto degli angeli. Tu sei scettro, tu sei fiore, tu sei luna risplendente: noi desideriamo con tutto il cuore di venire da te, donna bellissima! Tu sei rosa, tu sei giglio, tu hai generato il tuo dolce figlio, perciò, signora onorata, mi impegno a lodarti. Sei un’arca di umiltà, un vaso d’ogni santità; dentro di te venne la divinità, fosti salutata dall’angelo. Sei la freschezza delle vergini, sei l’onore delle spose, e ami tutti, tanto grande è la tua grazia. Nessuna lingua può di narrare quanto tu sia degna di lode: il tuo nome fa tremare mille volte anche Satana. Ti prego, avvocata mia, di pormi sulla buona strada; questa nostra confraternita sia sempre da te approvata. Ti raccomandiamo questa città, affinché tu la protegga da ogni guerra: s’inganna e si sbaglia davvero chi ti reca offesa, o donna beata!

Commento

Pur essendo un’espressione della preghiera popolare, i testi del Laudario presentano caratteri stilistici e formali ricchi di artifici retorici, a partire dalla struttura metrica. Le laude prevedono l’esecuzione delle strofe da parte di solisti o di piccoli gruppi di cantori, ma consentono anche il coinvolgimento dei fedeli nel canto del ritornello, molto semplice da memorizzare. Qui i due novenari iniziali della ballata (schema: aa) vengono cantati, come ritornello, dopo ciascuna delle quartine di ottonari (schema: bbba, ccca, ddda ecc.) in cui la lauda è strutturata. Per stile e linguaggio, questi testi dipendono ancora fortemente dall’innodia latina, nella quale però si inseriscono temi e modi della poesia cortese, nel presentare la Vergine come salvatrice dei peccatori e mediatrice di grazia divina. Profondo conoscitore di queste tematiche si rivelerà Dante Alighieri, nella sua ispirata visione delle virtù della Vergine e anche di Beatrice.

LAUDARIO DI CORTONA

Il Laudario di Cortona è la più antica collezione conosciuta di composizioni liturgiche scritte e musicate in volgare (anziché in latino, la lingua ufficiale della preghiera), nonché l’unica del XIII secolo. Attribuibile a confraternite laiche umbre e toscane, risale al 1250, ma i testi sono di qualche decennio prima. Composto di 171 fogli di pergamena, il manoscritto contiene 66 laude (Laude novella è la seconda), con 46 brani musicali; le prime 16 laude sono mariane, mentre le restanti seguono approssimativamente il calendario liturgico.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli