Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti.
Me ne andava al mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
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era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s’è ritornata ed è venuta a terra;
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sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.
Eran trecento …
Sceser con l’armi e a noi non fecer guerra,
ma s’inchinaron per baciar la terra.
Ad uno ad uno li guardai nel viso:
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tutti aveano una lagrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
“Siam venuti a morir pel nostro lido”.
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Eran trecento …
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: “Dove vai, bel capitano?”
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Guardommi, e mi rispose: “O mia sorella,
Vado a morir per la mia patria bella”.
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: “V’aiuti il Signore!”
Eran trecento …
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Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare:
due volte si scontrâr con li gendarmi,
e l’una e l’altra li spogliâr dell’armi:
ma quando fûr della Certosa ai muri,
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s’udirono a suonar trombe e tamburi;
e tra ’l fumo e gli spari e le scintille
piombaron loro addosso più di mille.
Eran trecento …
Eran trecento e non voller fuggire,
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parean tre mila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a loro correa sangue il piano:
fin che pugnar vid’io per lor pregai,
ma a un tratto venni men, né più guardai:
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io non vedea più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.
Eran trecento …
3 spigolare: raccogliere le spighe di grano rimaste sul campo, dopo la mietitura.
7 Ponza: Carlo Pisacane e i suoi sbarcano a Ponza il 15 giugno 1857 per poi raggiungere Sapri e suscitare un’insurrezione popolare, poi fallita e conclusa con la cattura o la morte dei patrioti.
31 Certosa: la Certosa di San Lorenzo, a Padula.
37 ferro: la spada.
Delicata e insieme popolaresca, opera di uno tra i più noti rappresentanti della lirica patriottica risorgimentale, questa ballata, di atmosfera tardoromantica, rivela l’ispirazione più sincera e spontanea di Luigi Mercantini. La vicenda è quella, tragica, della spedizione di Carlo Pisacane e dei suoi compagni che, illudendosi di suscitare una rivolta popolare – come tre anni dopo riuscirà invece a Garibaldi – vanno incontro a una catastrofe dovuta, più che alle soldatesche borboniche, all’ignoranza feroce delle masse contadine; ferito e sconfitto, Pisacane si toglierà la vita. Le cinque strofe di quattro distici di endecasillabi in rima baciata sono introdotte e concluse da un ritornello universalmente noto, composto da un endecasillabo e un quinario anch’essi a rima baciata, che ne sottolineano la cadenza epica e funebre.
Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli