Ancora inverno
ALESSANDRO PARRONCHI
Fiochi albori rasentano la strada,
rigido è il biancospino alle ringhiere
delle ville deserte, un’eco solo
della lor vita rompono i latrati
5 la pace della notte: ecco, una lampada
che nessuno ha sospeso arde, scintilla
a un ignoto balcone.
E dai palazzi strascica nel lume
di luna una lontana
10 brigata, un soffio di scirocco porta
rumore di fontane
da una valle scoscesa fra gli ulivi.
Frammenti di bei giorni illuminati
e di prati portati via dal vento
15 risorgono indecisi... Sarà giorno!
Altre luci più rosa già al crepuscolo
son prossime, a me care
anime nel fruscìo
degli alberi sorridono in segreto.
Commento
ALESSANDRO PARRONCHI
Alessandro Parronchi (Firenze 1914-2007), laureato in storia dell’arte, che poi insegnerà all’università, collabora a giornali e riviste fiorentine, da Frontespizio a Campo di Marte e Letteratura, a fianco di Carlo Bo, Oreste Macrì, Gianfranco Contini e al fiorentino d’adozione Eugenio Montale, nell’atmosfera culturale dell’ermetismo fiorentino, a fianco di scrittori e pittori come Umberto Bellintani, Romano Bilenchi, Giorgio Caproni, Carlo Betocchi, Alfonso Gatto, Luigi Fallacara, Mario Luzi, Piero Bigongiari e Ottone Rosai. Dopo i primi volumi di versi, di tono intimista (I giorni sensibili, 1941; I visi, 1943; Un’attesa, 1949), poi raccolti in Un’attesa (1962), segue un secondo tempo poetico, che approda a modi più narrativi, con vari volumi: L'incertezza amorosa, 1952; Per strade di bosco e città, 1954 e 1994; Coraggio di vivere, 1956 e 1961; La noia della natura, 1958; L'apparenza non inganna, 1966; Pietà dell'atmosfera, 1970; Replay, 1980; Climax, 1990; Poesie, 2000. Traduttore di Mallarmé, Rimbaud e Nerval, è autore di vari saggi, tra cui Studi su la dolce prospettiva, (1964) e La nascita dell'Infinito, studi leopardiani (1989).Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli