Ancora inverno

ALESSANDRO PARRONCHI

       

       Fiochi albori rasentano la strada,
       rigido è il biancospino alle ringhiere
       delle ville deserte, un’eco solo
       della lor vita rompono i latrati
5        la pace della notte: ecco, una lampada
       che nessuno ha sospeso arde, scintilla
       a un ignoto balcone.
       E dai palazzi strascica nel lume
       di luna una lontana
10      brigata, un soffio di scirocco porta
       rumore di fontane
       da una valle scoscesa fra gli ulivi.
       Frammenti di bei giorni illuminati
       e di prati portati via dal vento
15      risorgono indecisi... Sarà giorno!
       Altre luci più rosa già al crepuscolo
       son prossime, a me care
       anime nel fruscìo
       degli alberi sorridono in segreto.


Commento

Questi endecasillabi e settenari - da I visi (1943) -, particolarmente musicali, rappresentano un modello della poesia giovanile del Parronchi ‘ermetico-toscano’: poco prima dell’alba, ecco un paese ancora notturno, indeterminato, privo di persone, ma la cui ricca atmosfera è popolata di echi, di luci e di colori leopardiani, simbolisti, crepuscolari: ville deserte, una lampada, rumore di fontane, un abbaiare lontano; ricordi e presenze arcane, la cui esattezza descrittiva fa da contraltare al mistero.
ALESSANDRO PARRONCHI

ALESSANDRO PARRONCHI

Alessandro Parronchi (Firenze 1914-2007), laureato in storia dell’arte, che poi insegnerà all’università, collabora a giornali e riviste fiorentine, da Frontespizio a Campo di Marte e Letteratura, a fianco di Carlo Bo, Oreste Macrì, Gianfranco Contini e al fiorentino d’adozione Eugenio Montale, nell’atmosfera culturale dell’ermetismo fiorentino, a fianco di scrittori e pittori come Umberto Bellintani, Romano Bilenchi, Giorgio Caproni, Carlo Betocchi, Alfonso Gatto, Luigi Fallacara, Mario Luzi, Piero Bigongiari e Ottone Rosai. Dopo i primi volumi di versi, di tono intimista (I giorni sensibili, 1941; I visi, 1943; Un’attesa, 1949), poi raccolti in Un’attesa (1962), segue un secondo tempo poetico, che approda a modi più narrativi, con vari volumi: L'incertezza amorosa, 1952; Per strade di bosco e città, 1954 e 1994; Coraggio di vivere, 1956 e 1961; La noia della natura, 1958; L'apparenza non inganna, 1966; Pietà dell'atmosfera, 1970; Replay, 1980; Climax, 1990; Poesie, 2000. Traduttore di Mallarmé, Rimbaud e Nerval, è autore di vari saggi, tra cui Studi su la dolce prospettiva, (1964) e La nascita dell'Infinito, studi leopardiani (1989).

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli