Vegetali, animali

ANTONIO  PORTA

       

       Quel cervo la vigile fronte penetrata nei dintorni
       nel vasto prato rotondamente galoppando
       s’avviò; a volo le lunghe erbe
       da ogni parte afferrava finché l’erba
5        cicuta lo pietrificò. L’albero l’ossatura allargava
       cercando spazio tra gli alberi; con il ciuffo in breve
       di un palmo l’altezza superò della foresta:
       due guardie forestali quello segnarono col marchio.
       Che alla scure segnala il punto dell’attacco.
10      L’insetto giallo sull’albero strisciava
       ad alte foglie ampie come laghi:
       a ciondolare. Intervenne a schizzargli la schiena
       il becco del Bucorvo rosso e curvo come un ponte
       d’avorio. Quel fiore foglie e petali distese
15      fino a inverosimili ampiezze: sostare vi potevano
       colibrì e lo spesso gregge degli insetti.
       Sciocco ed arruffone, recidendolo, l’esploratore
       ne, con violente ditate, fece scempio.
       Quel topo gli occhi aghiformi affilò
20      una veloce nuvola fissando che gonfiava salendo,
       esplodeva sibilando nell’aria violenti pennacchi:
       allo scoperto rimasto, topo del deserto, dall’attento
       falco fu squarciato. L’uccello il folto
       dei cespugli obliò, un lunghissimo verme
25      succhiò dalle zolle: due amici monelli
       appostati gli occhi riuscirono a forargli
       sulla gola inchiodandogli la preda dal becco
       metà dentro e metà fuori.


Parafrasi

5 lo pietrificò: lo fece morire, avvelenato, e il corpo a poco a poco si prosciugò come una pietra. Tutta la scena si svolge in un luogo e un tempo piuttosto remoto, dapprima lenta e poi sempre più accelerata.
13 Bucorvo: grande uccello dell’Africa subsahariana (circa 60 centimetri di apertura alare) dall’aspetto quasi preistorico.
18 ne ... scempio: l’intrusione dell’inciso (al posto del normale ne fece scempio con violente ditate) sottolinea l’andamento epico-narrativo tipico di tutta la composizione.
19 affilò: come lame acuminate.
20 gonfiava: si gonfiava, temporalesca, pronta a esplodere con i lampi (i violenti pennacchi del v. 21).
28 metà ... fuori: la forma della chiusa, cinicamente ironica (ma amara anche per chi la enuncia), ribadisce l’ intento di tutta questa illustrazione del montaliano “male di vivere”.

Commento

Tra le prime prove del giovane Porta (fa parte de I rapporti del 1965, ma è di vari anni prima), Vegetali e animali è un esempio della sua scrittura, spesso paragonata a un accumulo di fermo-immagine cinematografici, in cui un occhio spassionato, ma non del tutto indifferente, esamina il lato tragico e crudele della vita dell’uomo, degli animali, dei vegetali e dell’intera natura. Vi si espone un susseguirsi di eventi ‘quasi normali’, tutti concatenati da una comune sorte ‘naturalmente’ - e grottescamente - mortale, in uno spazio-tempo sempre più vicino e più rapido, attraverso una versificazione nuovissima e tuttavia memore dell’esametro omerico, precisa e insieme solenne.
ANTONIO  PORTA

ANTONIO  PORTA

Antonio Porta, pseudonimo di Leo Paolazzi (Vicenza 1935 - Roma 1989), laureato in lettere moderne all’Università Cattolica di Milano, è tra i maggiori rappresentanti del Gruppo 63, già presente nell’antologia di Alfredo Giuliani I Novissimi (1961). Dirigente editoriale presso Bompiani e Feltrinelli, redattore di riviste legate alla neoavanguardia (Il Verri, Quindici) e di altri periodici (Alfabeta), collaboratore della RAI e di vari quotidiani come il Corriere della Sera e la Repubblica, docente nelle università di Yale e di Pavia, esor- disce con i versi innovatori di La palpebra rovesciata (1960), cui se- guono Zero, poesie visive (1963); Aprire (1964); I rapporti (1965); Cara (1969); Metropolis (1971); Week-end (1974), raccolti con altri in Quanto ho da dirvi. Poesie 1958-1975 (1977); Passi passaggi (1980); Invasioni (1984, premio Viareggio); Melusina (1987); Il giar- diniere contro il becchino (1988). Nel 2009 appaiono, postume, Tutte le poesie (1956-1989). Opere narrative, sperimentali, sono Partita (1967), Il re del magazzino (1978), Se fosse tutto un tradimento (1981); per il teatro, La presa del potere di Ivan lo sciocco (1974).

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli