E se i libri da lontano
SILVIO RAMAT
Sarete stanco, signor passeggero.
La notte è andata, e voi qui sul mio carro
tutta una tirata sotto le stelle.
Fa freddo? Queste che il rosa addolcisce
5 sono le mura di Recanati.
E queste le chiavi della città.
Entrate da solo, sarà affar vostro
orientarvi – il dedalo non è
nelle vie dove non si sente un grido
10 ma semmai nel cuore di chi sapete.
Il poco sole forse gioverà.
Penso che un paio d’ore basteranno
a farvi capire se questo viaggio
era opportuno o inutile. Se i libri
15 da lontano dicevano già tutto.
Io intanto lego il carro a questi lecci
su cui insiste la luna (o cara luna…).
Siate calmo. Io v’aspetto. Mi direte.
Commento
SILVIO RAMAT
Silvio Ramat (Firenze 1939), collaboratore di giornali e riviste, dal 1976 è titolare della cattedra di letteratura italiana moderna e contemporanea nell’università di Padova. Gli si devono notevoli volumi di critica letteraria, tra cui Montale (1965), L’ermetismo (1969), Storia della poesia italiana del Novecento (1976), Protonovecento (1978), L’acacia ferita e altri saggi su Montale (1986), I sogni di Costantino (1988), Particolari (1992), La poesia italiana 1903-1943. Quarantuno titoli esemplari (1997). Come poeta, dopo Le feste di una città (1959), ha pubblicato numerose raccolte, fra cui Gli sproni ardenti (1964), Corpo e cosmo (1973), In parola (1977), L’inverno delle teorie (1980), L’arte del primo sonno (1984), In piena prosa (1987), Orto e nido (1987), Una fonte (1988), Serials (1988), Ventagli (1991), Pomerania (1993), Numeri primi (1996), Il gioco e la candela (1997), Per more (2000), Mia madre un secolo (2002), Nel bosco sibillino (2004), Tutte le poesie, 1958-2005 (2006), Uno di quei rami (2008).Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli