Ti sento, Verbo, risuonare
DAVID MARIA TUROLDO
Ti sento, Verbo, risuonare dalle punte dei rami
dagli aghi dei pini dall’assordante
silenzio della grande pineta
- cattedrale che più ami - appena
5 velata di nebbia come
da diffusa nube d’incenso il tempio.
Subito muore il rumore dei passi
come sordi rintocchi:
segni di vita o di morte?
10 Non è tutto un vivere e insieme
un morire? Ciò che più conta
non è questo, non è questo:
conta solo che siamo eterni,
che dureremo, che sopravviveremo …
15 Non so come, non so dove, ma tutto
perdurerà: di vita in vita
e ancora da morte a vita
come onde sulle balze
di un fiume senza fine.
20 Morte necessaria come la vita,
morte come interstizio
tra le vocali e le consonanti del Verbo,
morte, impulso a sempre nuove forme.
Commento
DAVID MARIA TUROLDO
David Maria (al secolo Giuseppe) Turoldo (Coderno, Sedegliano, Udine, 1916 - Milano 1992), di famiglia poverissima, prete dei Servi di Maria, laureato in filosofia, appassionato interprete della religiosità contemporanea e trascinante predicatore (presso il duomo di Milano dal 1943 al 1953), partecipa alla Resistenza e fonda la rivista clandestina L’Uomo; collabora con don Zeno Saltini alla costruzione della “Città di Nomadelfia” per gli orfani di guerra e con fra’ Camillo De Piaz al centro culturale “Corsia dei Servi”. Per la sua eterodossia, nel 1953 viene allontanato dall’Italia, dove può tornare stabilmente nel 1964; poi vive a Sotto il Monte (Bergamo) dirigendo il Centro Studi Ecumenici Giovanni XXIII. La sua attività di scrittore si estende dalla saggistica (Non hanno più vino, 1957 e 1979; Tempo dello Spirito, 1966; Alla porta del bene e del male, 1978; Il diavolo sul pinnacolo, 1988) ai testi teatrali (La terra non sarà distrutta, 1951; La passione di san Lorenzo, 1961), alle traduzioni bibliche (I Salmi, 1973 e, con Giuseppe Ravasi, 1987; Chiesa che canta, 7 volumi, 1981-82), alla poesia (Io non ho mani, 1948; Udii una voce, 1952; Se tu non riappari, 1963; Il sesto Angelo e Fine dell'uomo?, 1976; O sensi miei. Poesie 1948-1988, 1990; Canti ultimi, 1991; Mie notti con Qohelet, 1992), testimonianza tra le maggiori della poesia religiosa italiana contemporanea.Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli