accuṡare v. tr. [dal lat. accusare, der. di causa «causa» con il pref. ad- (cfr. scusare)]. – 1. Attribuire una colpa, muovere un’accusa: nelle note informative, il direttore lo accusava di eccessiva negligenza; in partic., chiamare una persona davanti ai giudici per rispondere di un fatto previsto dalla legge come reato: a. qualcuno d’aver rubato, di aver ucciso; fu accusato di omicidio, di furto, di peculato; lo accusarono dei più orribili delitti. Nell’uso com., spesso col sign. generico di rimproverare e sim.: a. uno di pigrizia, d’indolenza, ecc.; non puoi a. altri che te della tua attuale situazione; anche, a. la propria dappocaggine, la sorte, il caso, ecc., attribuire a questi la causa delle disavventure e sim. di cui uno si lagna. Anche rifl.: si è accusato di un furto che non ha commesso. Poet., inveire contro, maledire: Ivi accusando il fugitivo raggio, A le lagrime triste allargai ’l freno (Petrarca); E l’immonda [upupa] accusar col luttuoso Singulto i rai, di che son pie le stelle Alle obbliate sepolture (