Assènzio

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assenzio


assènzio (ant. assènzo) s. m. [dal lat. absinthium, gr. ἀψίνϑιον]. – 1. Nome di alcune specie di piante del genere artemisia, usate in farmacia o in liquoreria. L’assenzio propr. detto, o a. romano, o maggiore (Artemisia absinthium), è spontaneo in Italia e spesso coltivato; alto circa un metro, di colore sericeo-argentino, ha odore intenso, foglie pennatosette e grossi capolini disposti in pannocchia. Dalle foglie e dai fiori si estrae un olio essenziale, usato per preparare liquori e, in piccole dosi, come tonico dello stomaco e stimolante energetico. 2. Liquore amaro di colore verde, ottenuto per macerazione nell’acquavite delle foglie e dei fiori di Artemisia absinthium, unitamente ad anice, finocchio, ecc.; è fortemente tossico, e il suo abuso dà luogo a una forma particolare d’intossicazione, nota col nome di absintismo. 3. Nel linguaggio com. è spesso assunto come prototipo e simbolo del sapore amaro; quindi: è amaro come l’a., è un a., di sostanza molto amara. Anche fig., amarezza, sentimento profondo di pena, di dolore: assaggiare l’a. dell’ingratitudine; la gioia gli si tramutò in a.; sì tosto m’ha condotto A ber lo dolce assenzo d’i martìri (Dante); Ahi crudo Amor, ch’egualmente n’ancide L’assenzio e ’l mèl che tu fra noi dispensi (T. Tasso).

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