Assiṡe

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assise


assiṡe s. f. pl. [dal fr. ant. assise, che è dal lat. mediev. assisa -ae o assisae -arum, der. di assidēre «sedere» (cfr. l’ital. seduta); corte d’assise è dal fr. cour d’assises]. – 1. Nel medioevo, grande assemblea, e spec. assemblea giudiziale. 2. In denominazioni storiche specifiche, corpo di leggi: le A. di Gerusalemme, del regno di Sicilia. Per l’uso al sing., v. assisa3. 3. Corte d’assise (erroneam. Corte d’assisie, usato peraltro da non pochi scrittori e pubblicisti dell’800, e Corte d’assisi), organo giurisdizionale penale, cui la legge riserva la competenza per i reati di maggiore gravità, costituito da magistrati togati e da elementi estranei all’ordine giudiziario (assessori, giurati, secondo i vari ordinamenti). Il sing. (nella forma Assise, che più propriam. è un’ellissi dell’espressione intera) può essere adoperato per indicare una singola Corte d’assise: per es., l’Assise di Lucca. 4. Nel linguaggio aulico-giornalistico (per contaminazione dei sign. 1 e 3), assemblea, e spec. assemblea d’un partito o d’altra organizzazione di massa. Con questa accezione, la parola è correntemente, se pure impropriam., adoperata come sing., l’assise.