assoluto2 agg. [dal lat. absolutus, part. pass. di absolvĕre «sciogliere»]. – 1. Libero da qualsiasi limitazione, restrizione o condizione (contrapp. quindi a relativo): potere a.; libertà a.; volontà a.; giudizî troppo a., perentorî, dogmatici; governo, sovrano a., quello che riunisce in sé ogni potere, senza alcuna limitazione. Con usi estens.: a. Urgente, imprescindibile, soprattutto in unione con sostantivi come necessità, bisogno e sim.: avevo un bisogno a. di vederti; trovarsi nell’a. necessità di fare una cosa. b. Nel linguaggio giur., diritti a., quelli che possono essere fatti valere contro chiunque, non essendo rivolti, come i relativi, a un soggetto determinato. c. Nel linguaggio del teatro, prima donna, prima ballerina a.; primo tenore a. e sim., per indicare il ruolo preminente dell’attore, dell’artista che stipula il contratto. Con altro sign., riferito a rappresentazioni, soprattutto cinematografiche, ma anche sceniche, operistiche, prima a., prima visione a., prima esecuzione a., esclusive, che sono date soltanto in quel cinema, in quel teatro, prima della distribuzione in altre sale della città, o della nazione, o del mondo (prima mondiale assoluta). d. Nello sport, campionati a. (o, come s. m. pl., gli a.), quelli in cui vengono conferiti titoli nazionali (in contrapp. ai campionati locali o di categoria); campione a., quello che ha conquistato un titolo nazionale; primo a., o vincitore a., il primo classificato di una competizione cui partecipano varie categorie per ciascuna delle quali (oltre alla classifica a., che tiene conto dell’effettivo risultato) vengono stabilite graduatorie particolari; analogam.: secondo, ... quinto assoluto. 2. In grammatica, di costruzione che è formalmente isolata nel periodo, non ricollegandosi al resto né per mezzo di congiunzioni né con altri legami sintattici; in italiano si ha comunem. con il participio (detto questo, se ne andò; ciò premesso; ecc.), o anche con il gerundio (strada facendo; così dicendo; ecc.); per le costruzioni dell’ablativo a. e del genitivo a., rispettivam. in latino e in greco, v. ablativo2, n. 2 e genitivo. Uso a. di un verbo (o anche di altra parte del discorso), quando è usato senza il complemento che di solito gli si accompagna (per gli esempî, v. assolutamente). Comparativo e superlativo a., quando questi rispondono a un’idea di superiorità indipendentemente da qualsiasi comparazione (v. comparazione). 3. Nel linguaggio scient. ha usi e sign. particolari: a. In matematica: valore a. di un