Auspìcio

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auspicio


auspìcio (ant. auspìzio) s. m. [dal lat. auspicium, formato come auspex: v. auspice]. – 1. La pratica della divinazione tratta dal volo degli uccelli, in uso nell’antica Roma; anche, l’osservazione a scopo divinatorio di altri segni divini, cioè del cielo (fulmini e tuoni), o, al campo, del modo di mangiare dei polli sacri. 2. estens. a. Augurio, segno o circostanza che serve di presagio: buono, lieto, favorevole, fausto a., o, al contr., cattivo, triste, sfavorevole, infausto a.; cominciare un’impresa con (o sotto) buoni o cattivi a.; trarre lieti a. da un avvenimento; quell’invito ci sembrò di ottimo a.; essere a. di vittoria, interpretare come a. di esito felice. b. Favore, protezione di un alto personaggio, che costituisce un buon presagio: l’associazione fu costituita sotto gli a. del presidente della Repubblica.

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