bàttere v. tr. e intr. [lat. tardo battĕre, dal lat. class. battuĕre]. – 1. tr. In genere, colpire ripetutamente con le mani o con altro arnese: a. In senso proprio: b. qualcuno, picchiarlo, bastonarlo; Batte col remo qualunque s’adagia (Dante); rifl.: dovrei battermi a sangue per quello che ho fatto (ant., battersi, flagellarsi); b. il chiodo, col martello; b. i tappeti, i materassi, i panni, col battipanni per spolverarli; b. la carne, per renderla meno tigliosa, prima della cottura; b. il ferro (o altro metallo), percuoterlo col martello per ridurlo alla forma voluta (prov., bisogna b. il ferro finch’è caldo, si deve cogliere l’opportunità, approfittare delle circostanze o delle disposizioni favorevoli); b. il tamburo, suonarlo percuotendolo con le apposite bacchette; b. la grancassa, fig., fare pubblicità; b. le noci o sim., bacchiarle; b. la canapa, dopo macerata, per spezzarne i fusti e ottenere la fibra; b. il grano o altri cereali, col correggiato o con altro mezzo per farne uscire i chicchi (usato assol., trebbiare: i contadini battevano sull’aia); b. la mano sulla spalla a qualcuno, per rabbonirlo o come gesto di confidenza. Con l’oggetto interno: b. un colpo, due colpi, ecc.; se ci sei, batti un colpo, o batti tre colpi, espressione usata nelle sedute spiritiche, ma ripetuta spesso in senso scherzoso. b. Riferito all’artiglieria, colpire ripetutamente con proiettili: i mortai nemici battevano le nostre trincee; le navi battevano le mura della città. 2. estens. a. B. il tempo, in musica, segnare col gesto o percuotendo il suolo o il leggio i varî tempi della