Caduco

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caduco


agg. [dal lat. caducus, der. di cadĕre «cadere»] (pl. m. -chi). – 1. Che è destinato a cadere. In partic.: a. In biologia, di organo naturalmente destinato a cadere e spesso ad essere sostituito da un altro, anch’esso caduco (quali sono le corna dei cervi), oppure permanente (come è il caso, nell’uomo, dei denti di seconda dentizione). b. In botanica, di organo (stipola, calice, foglia, ecc.) che si stacca dall’asse su cui è inserito molto prima di quanto avviene di norma (per es., i sepali dei papaveri che cadono quando si espande la corolla); sinon. di fugace e di effimero. 2. fig. Che perisce presto, che ha breve durata, effimero: bellezza c.; O c. speranze, o penser folli! (Petrarca). Nel diritto romano, beni c. (lat. bona caduca), quella parte di eredità che, alla morte del testatore, non passa a coloro ai quali egli l’aveva destinata, eredi o legatarî (per es., nel caso che qualcuno dei destinatarî sia morto prima del testatore). 3. Mal c., nome pop. dell’epilessia (per il cadere a terra di chi è preso dalle convulsioni epilettiche).