Caròta

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carota


caròta s. f. [lat. tardo carōta, dal gr. καρωτόν]. – 1. Erba annua o bienne delle ombrellifere (Daucus carota), alta fino a 2 m, con ombrelle a molti raggi, fiori per lo più bianchi, comune in Italia nei coltivati e negli erbosi in parecchie varietà; la carota comune (ssp. sativus) è coltivata per la radice ingrossata (detta anch’essa carota), di colore per lo più giallo arancio, dolce, commestibile (carote in umido, in insalata; contorno di carote). Dai semi si ottiene l’olio di c., impiegato per la fabbricazione di liquori stimolanti, nella preparazione di sostanze aromatiche e, limitatamente, in profumeria. In diverse regioni d’Italia col nome di carota s’intende invece la barbabietola da ortaggio, mentre la carota è chiamata pastinaca o altrimenti. Il bastone e la c., espressione che simboleggia proverbialmente due opposti ma concorrenti metodi di persuasione, la durezza e l’allettamento; è soprattutto nota per essere stata usata in un suo discorso del 1943 da W. Churchill, quando affermò che, per spingere l’Italia alla resa, si doveva continuare ad agire sull’asino italiano da ambedue le parti, con una carota e con un bastone («We shall continue to operate on the Italian donkey at both ends, with a carrot and with a stick»). 2. fig., pop. Fandonia, frottola: vendere o piantare carote, dare a intendere ciò che non è. 3. Nella tecnica mineraria e nella geologia applicata, campione di roccia di forma cilindrica e dimensioni varie, che si estrae dal sottosuolo con l’operazione di carotaggio. 4. Come agg. invar., di colore rosso arancio: un bambino dai capelli c., o color carota. Pel di carota, titolo d’un noto romanzo di J. Renard (1894), che ha per protagonista un ragazzo dai capelli rossi. ◆ Dim. carotina.

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