Cascata

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cascata


s. f. [der. di cascare]. – 1. Atto del cascare, caduta: attenti alle c.!; ho fatto una brutta c. da cavallo. 2. Il precipitare di una massa d’acqua, di fiumi o torrenti, per un dislivello di varia altezza (originato per lo più da una differente costituzione litologica, e conseguente diversa resistenza all’erosione, del fondo roccioso), e l’acqua stessa che precipita: le c. di Tivoli, delle Marmore, le c. del Niagara. 3. a. ant. Panno, frangia, drappo o sim. che, dopo raccolto, si fa ricadere per ornamento, festone; acconciatura di capelli fatta in modo che le trecce ricadano ondeggiando. b. Collana lunga da avvolgere più volte intorno al collo. 4. In fisica, soprattutto per suggestione, diretta o indiretta, dell’ingl. cascade, e in locuzioni del tipo in cascata, a cascata, il termine qualifica fenomeni o processi in cui si verificano eventi in successione; in partic., e con uso assol., il processo di moltiplicazione cui dà luogo una particella (protone, elettrone, fotone) primaria, di sufficiente energia: protoni, fotoni in c., o anche c. di fotoni, ecc.; in condizioni adatte l’energia può essere ceduta, in successivi processi elementari, a un certo numero di particelle (secondarie), che a loro volta con analoghi processi cedono la propria energia ad altre particelle (terziarie) e così di seguito. Con funzione agg. o avv., la locuz. in cascata è stata ed è ancor oggi spesso usata come sinon. di in serie, per indicare disposizioni di apparecchi: condensatori in cascata. ◆ Dim. cascatèlla, cascata d’acqua di modesta altezza e larghezza: le cascatelle della villa Gregoriana di Tivoli; hanno sign. generico di caduta, riferiti a persona, il dim. scherz. cascatina, l’accr. cascatóne m., e il pegg. cascatàccia: fece una cascataccia che lo tenne più giorni a letto.

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