Catacrèṡi

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catacresi


catacrèṡi (alla greca catàcreṡi) s. f. [dal lat. catachresis, gr. κατάχρησις, propr. «abuso», der. di καταχράομαι «abusare»]. – Figura retorica (dai latini chiamata abusio) consistente nell’estendere una parola o una locuzione oltre i limiti del suo significato proprio (per es., nell’espressione dantesca il Sol tace, per «manca, non giunge», non essendo proprio del Sole né il parlare né il tacere; o, nel linguaggio ordinario e familiare, nelle espressioni «stare a cavallo di un muricciolo, di una seggiola», «calzare un guanto», «i piedi di un albero, di una montagna», «la gamba del tavolo», «il collo della bottiglia», «il sole tramonta nel mare», «voglio vedere che cosa risponderà» e sim.). Da un punto di vista etimologico, e quindi diacronico, non sincronico, si ha una catacresi anche quando una parola è usata estensivamente in un sign. che il contesto stesso della frase contraddice (brutta calligrafia; orientarsi verso nord, un tramonto sul mare, ecc.).