catino s. m. [lat. catīnus e catīnum]. – 1.a. Recipiente di forma approssimativamente emisferica o troncoconica, di terracotta, metallo, ecc., usato in origine per contenere vivande, poi per lavarsi o per lavarvi le stoviglie. b. La quantità di liquido che può essere contenuta in un catino. c. Specie di vassoio nel quale i contadini usavano, in passato, mangiare tutti insieme; e da un uso di dipingere sul fondo la figura del diavolo, la locuz. trovare il diavolo nel c., arrivare a tavola quando tutti han già finito di mangiare e il piatto è vuoto. 2. ant. Conca che si accosta alla bocca delle fornaci per accogliere il metallo fuso; fornello per fondere e affinare i metalli. 3. In architettura, semicalotta che copre e chiude superiormente absidi e nicchie. 4. In geografia, concavità circolare del terreno, circondata da alture; grande dolina svasata. 5. Nella pesca, rete a catino, rete da imbocco più alta al centro che ai lati. ◆ Dim. catinétto, catinèlla f. (v.); vezz. e spreg. catinùccio, catinuzzo; accr. catinóne; spreg. catinàccio.
s. m. [dal lat. catīnus]. - [recipiente di forma emisferica o troncoconica, usato per lavarsi o per lavarvi i panni o le stoviglie] ≈ bacile, lavamano. ↓ bacinella, catinella. ‖ tinozza.