cavare v. tr. [lat. cavare «rendere cavo, incavare scavando», der. di cavus «cavo1»]. – 1. In senso proprio, ma raro o ant., scavare, incavare, formare una buca, una cavità, levando le pietre o la terra; più frequente come sinon., in alcune accezioni, di levare (al quale è preferito, perché più efficace, nel linguaggio fam.), e con sign. affini. a. Levar via: cavarsi il cappello; c. la castagna dal fuoco con la zampa del gatto (v. castagna); c. le penne, e più efficacemente c. le penne maestre, spillare quattrini, danneggiare, privare uno di ciò che costituisce la sua maggior forza; non cavarne i piedi (da qualche affare o situazione imbrogliata), non riuscire a districarsi; cavarsi la fame, la sete; cavarsi una voglia, soddisfarla e, di cibo, riempirsi fino alla sazietà: gli mise davanti una zuppiera piena di fagioli perché se ne cavasse la voglia. b. Levare di dosso: cavarsi la camicia; fig., alludendo a persona assai caritatevole: gli si potrebbe c. la camicia; si caverebbe la camicia. c. Levar fuori, estrarre, togliere: c. un