compagnìa s. f. [der. di compagno2]. – 1. a. La condizione dell’essere compagni, lo stare insieme, in contrapposizione all’essere o allo stare solo: amare la c., star volentieri insieme con altri; desiderare la c.; cercare compagnia; odiare la c.; prendere, tenere per c., come compagno (ma, per avere compagnia, per non stare solo, nel prov. scherz. per c. prese moglie un frate); essere in c., insieme con altri: era in c. d’una signora; e così stare in c.; vennero in c. dei loro amici; essere in buona, in cattiva, in piacevole c.; in dolce c. (con la persona amata o sim.); fig. essere in c. di sé stesso, dei proprî pensieri; tenere, far c. a qualcuno, stare con lui, intrattenerlo. In qualche espressione, indica il fare una cosa in comune: fammi c., mangia un boccone con me; ho accettato un bicchiere di vino, per compagnia. Di compagnia, come locuz. agg., che tiene compagnia: dama, damigella di c., donna che, nel passato, di solito dietro compenso, stava accanto a persona anziana o di riguardo; come locuz. avv. essere di c., fam., stare e saper stare volentieri insieme con altri, detto spec. di persona estroversa, gioviale, di spirito; con altro senso, andare di c., ant., andare insieme: andarono di c. infino all’Aquila (Varchi). Spesso, le locuz. essere di c., servire di c., così come fare c., indicano, più che l’essere compagno, la funzione di far sentire meno la solitudine; e in questo senso si dice anche d’animali, di cose: quel cane mi è di c.; il tic tac dell’orologio mi faceva compagnia. b. ant. Il rapporto che normalmente esiste tra compagni, dimestichezza: non obstante l’amistà e la c. che era tra loro (Boccaccio). c. ant. Unione, alleanza, nella frase far compagnia, collegarsi: i Bolognesi feciono c. co’ Romagnoli (Compagni). 2. a. Gruppo di più persone che si uniscono per scopi diversi o che si trovano spesso insieme per conversare, divertirsi, ecc.; anche con i sensi più ristretti di comitiva, brigata: una c. di amici; una c. affiatata; piccola, grossa, magra c.; la nostra c. a poco a poco s’assottigliava; fuggire le cattive c., frequentare le buone c.; ... e c. bella, locuz. fam. per indicare collettivamente (con senso simile a ecc.) altre persone o altre cose che non si ritiene opportuno nominare. b. Seguito di persone, corteggio: venne il principe con grande compagnia. c. Insieme di persone associate per svolgere, di comune accordo, una determinata attività. Da questa accezione generica si sono sviluppati e resi autonomi i sign. particolari che seguono. 3. Associazione, confraternita, e, meno spesso, ordine religioso, soprattutto come elemento della denominazione: C. del