Convergènza

Vocabolario on line

convergenza


convergènza s. f. [der. di convergere]. – 1. Il convergere, l’essere convergente, cioè diretto verso un unico punto o limite: c. di due linee, di due strade; negli autoveicoli, c. delle ruote, la particolare disposizione delle ruote, che non sono parallele ma leggermente convergenti al fine di favorire il mantenimento della direzione rettilinea durante la marcia. Con accezioni specifiche: a. In meteorologia, l’affluire di aria, da tutte le direzioni, verso zone di bassa pressione; c. intertropicale, zona di incontro tra masse d’aria provenienti dai tropici. In oceanografia, zona di c., quella in cui masse d’acqua di origine e caratteristiche diverse vengono a contatto fra loro. b. In oculistica, la funzione o l’atto col quale si dirige lo sguardo da un punto a un altro più vicino; angolo di c. relativo a un dato oggetto, l’angolo formato dalle rette che congiungono l’oggetto con i centri delle pupille. c. In ottica, la proprietà di un sistema di essere convergente; in partic., per un sistema ottico centrato avente le due distanze focali uguali, l’inverso della distanza focale, misurata in diottrie con segno positivo (in contrapp. alla divergenza che ha segno negativo). 2. fig. Il tendere a un medesimo fine, il concorrere a un determinato effetto, o sim.: c. di cause, di fenomeni, di propositi, di interessi. In partic.: a. In matematica, in senso generico, lo stesso che tendenza a un limite (v. limite). b. In economia, c. del reddito, condizione in cui si trova un sistema economico quando il suo reddito tende verso un livello di equilibrio, ossia verso la stabilità. c. In linguistica, c. linguistica, il fenomeno del progressivo accostamento di due lingue, dipendente dal flusso di prestiti e calchi dall’una all’altra e viceversa (per es. la convergenza greco-latina nell’età imperiale romana, o quella tra le varie lingue nell’Europa moderna). d. Nella critica testuale, con riferimento allo stemma dei codici, c. tra alcuni rami della tradizione, situazione che si verifica quando, per contaminazione (o trasmissione orizzontale), si sono determinate tra essi delle somiglianze che non si spiegherebbero con la trasmissione verticale. 3. In alcuni usi scientifici, somiglianza, analogia di struttura, di comportamento, ecc.: a. In biologia, analogia di struttura o di disposizioni organiche presentata da organismi, animali o vegetali, che non discendono da progenitori comuni, e per lo più dovuta ad adattamento a un ambiente simile. b. In antropologia, insieme di rassomiglianze e parallelismi esistenti fra elementi culturali elaborati da popolazioni differenti e lontane, dovuti, secondo la teoria della c. (ormai abbandonata dalla maggior parte degli studiosi in favore della «teoria della diffusione»), alla fondamentale unità del pensiero umano e, per conseguenza, all’uniformità delle sue reazioni di fronte a stimoli uguali.