Còrda

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corda


còrda s. f. [lat. chŏrda, dal gr. χορδή «corda di minugia», poi «corda» in genere]. – 1. Organo flessibile, formato di fibre vegetali o di fili metallici ritorti insieme e avvolti in spire di torsione gli uni sugli altri, atto a sopportare sforzi di trazione e usato quindi per fare legature e imballaggi, per sollevare, sostenere o trascinare oggetti, per fare cavi di marina, ecc.: c. vegetale; c. metallica; c. grossa, sottile, resistente; allentare, tirare la c.; scala a c. o di c.; c. dei funamboli, quella sulla quale funamboli o acrobati fanno varî esercizî (quindi ballare sulla c.; ballerino, saltatore di c., ecc.). Locuzioni fig.: reggere la c., aiutare qualcuno in un’impresa e spec. a compiere un’azione disonesta; tagliare la c., scappare, andarsene di nascosto; dare c., dare libertà di fare ciò che uno vuole (per similitudine con gli animali ai quali si dà possibilità di muoversi più liberamente allungando la corda che li tiene legati); con altro sign.: dare c. a qualcuno, incoraggiarlo a parlare per fargli dire ciò che interessa sapere, per cavargli di bocca qualche segreto, o più semplicemente per stare ad ascoltarlo; e con riferimento alla c. da impiccare (o per impiccare): mettere la c. al collo a qualcuno, imporgli condizioni onerose o da strozzino; essere con la c. al collo, non avere scampo, essere in una situazione grave o pericolosa, essere forzato a comportarsi in un determinato modo; e la frase prov. non parlare di corda in casa dell’impiccato, raccomandazione di evitare argomenti che possano suscitare ricordi spiacevoli o dolorosi nelle persone con le quali si parla. 2. Per usi speciali nello sport: a. Nella ginnastica, funicella adoperata per esercitazioni varie e specialmente, impugnata alle due estremità, per eseguire salti sul posto o correndo: saltare e salto con la c. (frequente come gioco di bambine); anche l’esercizio stesso: fare tutte le mattine un po’ di corda. b. Nell’alpinismo, grossa fune, lunga in media 40 metri, di norma in fibra artificiale e con struttura a filo continuo, che costituisce l’attrezzo fondamentale con cui si attua l’assicurazione nel corso di un’ascensione in montagna: c. da roccia, c. da ghiaccio, c. da ferrata; c. doppia, speciale manovra che consente di superare in discesa tratti anche non percorribili in arrampicata libera. c. Nella lotta e nel pugilato, ciascuna delle funi sostenute da paletti che delimitano il quadrato del ring: stringere, costringere, mettere l’avversario alle c. (anche in senso fig., in una polemica, in un contrasto, metterlo in posizione d’inferiorità, ridurlo al silenzio). d. Nelle piste di gara, bordo di corda, ma anche di legno o di altro materiale, oppure tracciato sul terreno, che ne segna il limite interno: buttarsi alla c., conquistare la c., cercare di arrivare al bordo interno della pista per poter continuare la gara in una posizione di vantaggio rispetto agli avversarî che si trovano all’esterno. 3. Con accezioni più partic.: a. tosc. Cordicella di due fili di paglia o altro attorcigliati, usata per rivestire sedie o legata al rivestimento dei fiaschi per sostenerli. b. Cintura che alcuni ordini religiosi portano come simbolo di penitenza, detta più comunem. cingolo; per estens., cintura, cingolo in genere, anche in senso fig.: D’ogne valor portò cinta la c. (Dante), fu adorno d’ogni virtù. c. Funicella, di varia materia, annodata alle due estremità dell’arco per tenderlo e scagliare la freccia. d. Il filo a piombo dei muratori, spec. nella locuz. a corda, a piombo, perpendicolarmente. e. In aerostatica, c. di sospensione, lo stesso che fune di sospensione. f. Nelle armi da fuoco antiche, corda, o c. bollita, altri nomi della miccia, nel sign. 1 b. 4. Trama di un tessuto, spec. quando si presenti con le coste rilevate; quindi, mostrare la c., di un tessuto molto logoro che lascia vedere la trama; fig., argomento, discorso che mostra la c., logoro, frusto, che scopre la sua povertà o l’artificio, oppure la vera intenzione. 5. Nome di due diversi supplizî in uso nel passato: a. Tormento che s’infliggeva, nella pratica giudiziaria italiana, tra il sec. 13° e il 18°, come pena o come mezzo per estorcere confessioni: consisteva nel legare all’imputato o condannato le mani dietro la schiena con una corda che passava per una carrucola infissa al soffitto; tirando la corda si sospendeva in aria il torturato per qualche tempo, oppure lo si lasciava cader giù di botto, dandogli così quelli che si dicevano tratti o squassi o scosse o saccate; di qui le locuz. dare la c., far parlare uno mediante questa tortura (potreste darmi la c., che non mi cavereste nulla di bocca, Manzoni), e tenere uno sulla corda, fig., tenerlo sulle spine, con l’animo sospeso. b. Pena medievale inflitta ai bestemmiatori che non potevano pagare la multa: legati per il collo con una catena alle colonne del palazzo del comune, venivano esposti per ore o giornate sulla pubblica piazza. 6. Catena che, in alcuni orologi a muro, sostiene i pesi; per estens., dare la c. all’orologio (di qualsiasi tipo), caricarlo. È prob. da riferire a questa accezione la locuz. fig. fam. essere giù di corda, essere fiacco, svogliato, o depresso, avvilito. 7. a. In fisica, c. vibrante, denominazione classica per indicare un filo che, per opportune condizioni iniziali e di vincolo, compia piccole vibrazioni trasversali attorno a una sua configurazione di equilibrio rettilinea. Per l’uso del termine in fisica delle particelle, e per la c. (o stringa) cosmica in cosmologia, v. stringa2. b. C. vibranti o armoniche, o assol. corde, fili di minugia o di metallo o di seta o di fibra sintetica tesi sopra una cassa di risonanza di alcuni strumenti musicali (detti appunto strumenti a corda, o anche, nell’uso corrente, assol. corde, in contrapp. ad altre famiglie di strumenti, a fiato, a percussione), che, pizzicati, come nell’arpa e nella chitarra, o sfregati, come negli strumenti ad arco, o percossi, come nel pianoforte, entrano in vibrazione producendo il suono. Una corda: didascalia musicale, usata da Beethoven e da altri compositori della sua epoca per prescrivere, in brani pianistici, la percussione di una sola corda (invece che le due o tre relative a ogni nota), ciò che si ottiene mediante l’azione del pedale di sinistra, che ha per effetto di spostare verso destra i martelletti (il ritorno al suono normale è indicato con la didascalia tre corde). Usi fig.: essere come le c. del violino, assai sensibile; toccare una c., trattare o parlare di un determinato argomento: non fu questa la sola trista c. che si toccasse in quel colloquio (Manzoni); toccò in versi la c. della politica (Carducci); far vibrare, toccare una c., accennare a cosa capace di risvegliare in qualcuno un particolare sentimento (toccare la c. della pietà, ecc.). 8. a. In anatomia e medicina, nome di parti anatomiche, o di fenomeni patologici, che hanno qualche rapporto di similitudine con le corde nel loro sign. generico: corde del timpano, ramo del nervo facciale; c. vocali, le quattro pieghe di mucosa laringea che congiungono la cartilagine tiroide alle aritenoidi; c. colica, sensazione di resistenza che si avverte nella palpazione dell’addome in particolari sofferenze del colon; c. blenorragica, o venerea, erezione dolorosa, per lo più notturna, in malati affetti da blenorragia. Nel linguaggio corrente, corde del collo, ciascuno dei due muscoli sternocleidomastoidei. b. In zoologia, c. dorsale (o notocorda), formazione assile, cilindrica, che nei cordati è situata dorsalmente rispetto all’intestino e ventralmente rispetto al sistema nervoso; può essere persistente o transitoria: in questo secondo caso si riduce gradualmente durante lo sviluppo, mentre intorno ad essa si forma, nei vertebrati, la colonna vertebrale. c. In botanica, rilievo longitudinale più o meno prominente (detto anche costola o costolone) che decorre sul tronco di alberi longevi come l’olivo, dalle più grosse radici in su fino ai rami più robusti; è dovuto all’ineguale accrescimento del legno o a radici decorrenti nel tronco. 9. a. In matematica (per un uso fig. della corda dell’arco), segmento che congiunge gli estremi di un arco di circonferenza, o più in generale di un arco di curva; per una curva sghemba, è sinon. di bisecante. b. In architettura, c. di un arco, la distanza tra i piedritti. c. Nelle costruzioni aeronautiche, c. di un profilo alare, o c. alare, segmento che congiunge i due punti del profilo, generalmente quelli più distanti, nel qual caso prende il nome di c. massima (o profondità) del profilo. d. Nelle costruzioni navali, ciascuno dei rinforzi metallici longitudinali che si dispongono sui ponti fasciati di legno. 10. Nel gioco del biliardo, la linea che non deve essere superata dalla mano di chi s’acchita o si accinge a battere la palla dell’avversario. 11. Antica unità di misura di lunghezza usata in Sicilia, equivalente a 33,037 metri. ◆ Dim. cordicèlla, cordicina, e cordicino m., meno com. cordétta, cordettina, e con sign. proprî cordèlla (v.), cordellina (v.), cordino m. (v.); accr. cordóne m. (v.); pegg. cordàccia.

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