Cròmo

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cromo


cròmo s. m. [dal fr. chrome (1797), e questo dal gr. χρῶμα «colore» per l’intensa colorazione dei suoi sali; lat. scient. Chromium]. – 1. Elemento chimico, di simbolo Cr, numero atomico 24, peso atomico 51,10, del sesto gruppo del sistema periodico; è un metallo grigio splendente, duro, mai libero in natura, il cui minerale più importante è la cromite, dalla quale si estrae. Si passiva facilmente, e in questa forma è inattaccabile o quasi anche dagli acidi forti; altrimenti, cioè puro, si scioglie facilmente in tali acidi formando soluzioni di sali cromosi, di colore blu, che con l’ossigeno dell’aria si trasformano in sali cromici, verdi. È usato nella cromatura e come metallo per leghe, mentre i suoi composti vengono utilizzati nella concia delle pelli (l’allume di c. e l’idrossido di c.), in vetreria, in ceramica e nella stampa (il sesquiossido di c.) e in terapia (l’anidride cromica o il bicromato di potassio). 2. Giallo di cromo, nome dato comunemente al cromato di piombo, polvere di colore giallo dorato impiegata come pigmento soprattutto per la preparazione di colori destinati alla pittura. È anche nome del colore stesso, più frequentemente peraltro indicato con la locuz. giallo cromo.