Cròsta

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crosta


cròsta s. f. [lat. crŭsta; l’uso fig. di cui al n. 1 e è un calco del fr. croûte]. – 1. Qualunque superficie indurita che si formi per effetto naturale, o sotto l’azione del calore, o per altri motivi; in senso più ampio, ogni strato superficiale di materia che sia visivamente distinguibile, per caratteristiche morfologiche di natura fisica, chimica, ecc., dalle parti sottostanti dalle quali deriva e da cui può anche distaccarsi: la c. del ghiaccio, la c. di un terreno incolto, la c. dell’intonaco; la c. della cornice dilatata dall’ingrandimento è un’epidermide piena di rughe e cicatrici (Antonio Tabucchi); la c. del pane, della polenta, del formaggio; un pezzo di parmigiano tutto crosta; pane, panino con la c. troppo dura (per estens., crosta, tozzo di pane secco: sgranocchiare una c., cibarsi con poche c., e sim.); come termine gastronomico, in crosta (traduz. del fr. en croûte), modo di cottura in forno di pietanze entro un involucro di pasta sfoglia: filetto in c., pasticcio di fagiano in crosta. In partic.: a. C. terrestre (o litosfera), la parte più esterna della Terra, di cui costituisce l’involucro sottostante all’atmosfera, prevalentemente costituita da silicati e ossidi di alluminio, potassio e sodio in forma di enormi ammassi di vario spessore separati da masse d’acqua (oceani) sotto il cui fondo si continua con modestissimo spessore. b. Involucro esterno di alcuni animali (detti perciò crostacei). c. Massa che si forma per la coagulazione del sangue (di color rosso) o di siero o di linfa (di color bianco-giallastro) in corrispondenza di una lesione; è composta di un reticolo di fibrina in cui sono imbrigliati elementi rossi del sangue o elementi linfatici; cade spontaneamente quando sotto di essa la cicatrice viene ricoperta dall’epitelio. d. C. lattea, malattia cutanea frequente nei lattanti (detta anche lattime), che si presenta come una serie di croste squamose diffuse su tutto il cuoio capelluto, la cui superficie appare arrossata e ricca di secrezione sebacea. e. Croste di un quadro, di un dipinto, le squame di colore che si staccano da pitture antiche. In senso fig. e spreg., si dà il nome di croste a quadri vecchi, anneriti e squamosi, privi di valore artistico, o anche, più genericam., a qualsiasi quadro senza pregio: farsi affibbiare una c.; avere la casa tappezzata di vecchie croste. 2. fig., non com. Aspetto superficiale che ne nasconde un altro, più vero e significativo: la c. dell’apparenza; o in genere elemento protettivo, struttura o atteggiamento di difesa, che si oppone alla penetrazione: non è stato facile attraversare la c. d’insensibilità che avvolge il suo cuore; una c. di complicità, di omertà che non sarà possibile rompere. 3. Strato di pelle animale (quello meno pregiato) ottenuto dividendo con apposite macchine una pelle molto spessa conciata «a suola»; c. scamosciata, lavorata in modo da imitare lo scamosciato. ◆ Dim. crostina, crosticina, poco com. crosterèlla; accr. crostóna, e crostóne m. (per accezioni partic., v. crostone); pegg. crostàccia.

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