Dignità

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dignita


dignità s. f. [dal lat. dignĭtas -atis, der. di dignus «degno»; nel sign. 3, il termine ricalca il gr. ἀξίωμα, che aveva entrambi i sign., di «dignità» e di «assioma»]. – 1. a. Condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dal suo grado, dalle sue intrinseche qualità, dalla sua stessa natura di uomo, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e ch’egli deve a sé stesso: tutelare, difendere la propria d.; abbassare la propria d.; vizî che degradano la d. umana; la mia d. non mi permette di rispondere a simili insinuazioni; persona senza d., priva di d.; lettera piena di dignità. Analogamente, d’altre cose: offendere la d. di un’istituzione; comportarsi come richiede la d. del luogo in cui ci si trova. b. Aspetto improntato a grave e composta nobiltà: la d. del suo volto attirava il rispetto di tutti; anche di luoghi: la d. severa della facciata d’un antico palazzo. 2. a. Alto ufficio, civile o ecclesiastico: innalzare, elevare a una d.; conferire una d.; privare di una d.; decadere dalla d.; d. papale, vescovile; d. senatoria, ecc. Nel diritto canonico, ogni titolo beneficiale ed ufficio che, nei varî gradi della gerarchia ecclesiastica, ha annessa una certa preminenza e giurisdizione. b. Al plur., le persone stesse che ricoprono tali cariche o uffici: con la partecipazione delle più alte d. civili, religiose. c. In araldica, armi di d., armi dalle quali si conosce la carica o l’ufficio esercitati dal possessore dello stemma o tradizionalmente dalla famiglia; tale carica è indicata sia da ornamenti esterni, detti distinzioni di d. o contrassegni d’onore (per es., la basilica posta in palo dietro lo scudo del cardinale camerlengo, o le bandiere poste decussate dietro lo scudo dei generali), sia da figure poste entro lo scudo. 3. ant. Principio filosofico generale, assioma, postulato: la terra non può muoversi di sua natura di tre movimenti grandemente diversi, ovvero bisognerebbe rifiutare molte d. manifeste (Galilei). Con questa accezione, il termine è più noto nella variante degnità (v.), per l’uso fattone dal Vico.

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