Disco

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disco


s. m. [dal lat. discus, gr. δίσκος, affine all’aoristo δικεῖν «lanciare»] (pl. -chi). – 1. a. Attrezzo di forma lenticolare, un tempo di pietra o metallo, oggi sostituito generalmente da un corpo di legno recante al centro due placche di ferro e circondato da un anello metallico, adoperato dagli atleti nelle gare di lancio. b. La gara stessa del lancio del disco: si è classificato primo nel disco. c. Piastra di gomma vulcanizzata, adoperata nel gioco dello hockey su ghiaccio, detto perciò anche, con denominazione ital., disco sul ghiaccio. d. Nel sollevamento pesi, ciascuna delle piastre di metallo o di gomma, di peso e di diametro variabile che sono inserite nella sbarra per formare il bilanciere. 2. Per estens., oggetto circolare, a facce piane, di forma simile al disco degli atleti, e di dimensioni varie, il cui uso o la cui funzione sono per lo più specificati da qualche determinazione: dischi di segnalazione, quelli, di vario colore, usati per segnalazioni convenzionali tra i carri armati di un reparto, prima che questi fossero provvisti di apparati radio; d. orario, disco di cartone o plastica (spesso anche di forma diversa, quadrata, rettangolare, a nastro, ecc.) che serve a indicare il periodo di sosta autorizzata nella zona riservata al posteggio degli autoveicoli (zona disco); d. combinatore, dispositivo applicato agli apparecchi telefonici di vecchio tipo, munito alla periferia di dieci fori contrassegnati con le cifre da 1 a 9, più lo 0 (eventualmente affiancate da lettere), mediante il quale si invia alle centrali automatiche il numero dell’apparecchio telefonico che si vuole chiamare. In partic.: d. magnetico, in elettronica, disco (simile a un disco fonografico) ricoperto su una o su entrambe le facce di uno strato di sostanza magnetizzabile su cui possono essere registrati e letti, mediante opportuni piccoli elettromagneti (testine), dati e informazioni; nei grandi calcolatori tali dischi sono riuniti in numero di 6, 10 o 12 a formare una pila (detta, con termine ingl., discpack), che, racchiusa in apposito contenitore, viene montata sulla unità a dischi magnetici dell’elaboratore, come elemento di memoria ausiliaria, ad accesso diretto, mentre nei calcolatori personali si usano un disco magnetico principale come memoria fissa (d. rigido, ingl. hard disk) con una capacità da qualche Gbyte a qualche Tbyte, e dischi asportabili più piccoli (diametro di circa 13 cm e circa 8 cm), questi ultimi in apposita custodia di plastica rigida, detti dischetti o, con denominazione ingl., floppy disk, propr. «disco flessibile», come memorie di lavoro, oggi sostituiti dai più comuni CD ROM (v.) o dalla chiavetta (v. chiavetta, n. 3). D. cromatico (o di Newton), in fisica, disco colorato radialmente nei varî colori dell’iride, che, fatto ruotare abbastanza velocemente, appare bianco, per la sovrapposizione e fusione dei varî colori nell’occhio. Senz’altra determinazione, s’intende in genere, nell’uso corrente: a. Il disco fonografico, sottile piastra circolare (un tempo di gommalacca, ebanite, cartone, ecc., più tardi di resine viniliche) recante normalmente su ambedue le facce, talvolta anche su una sola, un solco continuo con svolgimento a spirale, che serve per la riproduzione, attraverso il fonografo, della musica, delle parole e, in generale, dei suoni: d. a solco normale, con frequenza di rotazione di 78 giri al minuto, in seguito sostituito dai d. a microsolco (monofonici, stereofonici e anche quadrifonici), con frequenza di rotazione di 45, 33 e 16 giri al minuto. Più recentemente, con lo sviluppo delle tecniche digitali di registrazione ed elaborazione del suono, sono stati introdotti dischi a lettura ottica (noti con la denominazione ingl. compact disc), tramite un fascio di luce laser, che presentano, rispetto ai normali dischi fonografici, una estesa dinamica sonora, livelli di rumore notevolmente inferiori, dimensioni più compatte e superiore resistenza al deterioramento. Tra le locuzioni più com.: incidere un d.; dischi di musica classica, di musica leggera, di musica jazz; cambiare disco, mettere nel fonografo un altro disco, e fig. cambiare discorso, spec. quando si tratti di discorso insistente e noioso; con lo stesso senso fig., ripetere il solito d., il solito discorso. b. Segnale ferroviario (oggi sostituito da semafori) costituito da un disco di lamiera situato in cima a un sostegno a colonna e girevole attorno a un asse verticale, che indica via libera o impedita a seconda se disposto parallelamente (d. aperto) o perpendicolarmente al binario (d. chiuso). Il termine è rimasto in uso anche dopo la sostituzione del disco con semafori luminosi: il treno è fermo al d.; e le locuz. d. rosso, d. verde si continuano a usare per indicare obbligo di fermata o via libera (anche in senso fig.). 3. Nella liturgia orientale, piattino di metallo (oro, argento, ottone dorato), più profondo della patena del rito occidentale, che serve al medesimo uso. 4. In paletnologia, strumento di selce, di forma discoidale, ritoccato talora ai margini e spesso sulle due facce, usato quale raschiatoio durante il paleolitico inferiore e nei periodi successivi. 5. a. In anatomia, d. intervertebrale, lamina circolare fibrocartilaginea interposta tra due corpi vertebrali successivi, la cui lussazione è causa della cosiddetta ernia del disco. b. In embriologia, d. germinativo (o germinale), piccola zona discoidale dell’uovo telolecitico assolutamente priva di vitello nutritizio, nella quale è concentrato il plasma formativo. c. In zoologia, d. facciali, i due cerchi concentrici di piume che nel gufo, nella civetta e in altri strigiformi circondano gli occhi i quali, in questi uccelli, sono frontali e non laterali come negli altri pennuti. d. In botanica: d. del bulbo, altro nome del girello; d. del capolino, la parte centrale dell’infiorescenza delle composite; d. nettarifero, modificazione di una parte del ricettacolo di certi fiori, in forma di cercine, avente soprattutto la funzione di secernere il nettare. 6. Figura piana, circolare. In partic.: a. La figura apparente di un astro: il d. del Sole, della Luna. Nelle galassie, la formazione lenticolare, appiattita e spiraliforme, che circonda il nucleo. b. Il circolo tracciato dalla traiettoria delle pale dell’elica di un aeromobile. c. Nel gioco del calcio, lo stesso che dischetto (v. più avanti). 7. Dischi volanti, figure di forma discoidale, luminose o no, che più volte e in varî luoghi sarebbero state viste evoluire nel cielo, ma sulla cui effettiva esistenza si sono avanzate molte riserve (v. anche ufo2). ◆ Dim. dischétto, piccolo disco in genere, o oggetto, figura in forma di piccolo disco: un dischetto di cartone; nel gioco del calcio, dischetto del rigore, o semplicem. dischetto, il cerchio bianco segnato sul campo di gioco a 11 m dalla porta, dal quale viene tirato il calcio di rigore, che viene perciò detto anche, spesso, tiro dal dischetto. Per dischetto in elettronica v. sopra, nel sign. 2.

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