Distòrcere

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distorcere


distòrcere v. tr. [dal lat. distorquēre, comp. di dis-1 e torquēre «torcere», rifatto secondo il verbo semplice] (coniug. come torcere). – 1. a. letter. Storcere; in partic., spostare con atto brusco e violento una parte del corpo dalla posizione naturale, in modo da imbruttire l’aspetto della persona: Qui distorse la bocca e di fuor trasse la lingua (Dante). Nel rifl., contorcersi: Quando mi vide, tutto si distorse (Dante). b. non com. Produrre una distorsione; più spesso con la particella pron.: distorcersi il polso, un piede. 2. fig. a. Modificare in peggio, alterare: d. il senso di quello che si legge o di una frase detta da altri; d. la realtà, esporre o interpretare i fatti in modo deliberatamente inesatto e fazioso. b. In elettronica, d. un suono, un segnale, provocarne la distorsione. ◆ Part. pres. distorcènte, anche come agg., che dà luogo a distorsione: amplificatore, altoparlante distorcente. ◆ Part. pass. distòrto, anche come agg.: Mi venne in sogno una femmina balba, Ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta (Dante); In alto c’è un pino distorto (Quasimodo); segnale distorto, in elettroacustica, che ha subìto una distorsione. Nell’uso ant.: vie distorte, storte (anche fig.); stile distorto, contorto.