Doratura

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doratura


s. f. [der. di dorare]. – 1. Rivestimento di oggetti metallici e non metallici (legno, pelle, ecc.) con un sottilissimo strato d’oro, a scopo decorativo o protettivo. In partic.: a. Con riferimento a oggetti non metallici: d. a foglietto, eseguita facendo aderire all’oggetto, precedentemente spalmato con una terra grassa (bolo o terra d’Armenia), sottilissime foglie d’oro, e brunendo poi con una punta d’agata; d. a missione, eseguita spalmando con un pennello intriso di una vernice resinosa (missione) polvere d’oro, solitamente raccolta in gusci di conchiglia (da cui anche la denominazione di d. a conchiglia); eseguire la d. dei tagli di un libro rilegato. b. Con riferimento a oggetti metallici: d. a placca, ottenuta comprimendo fortemente, a caldo, una sottile lamina d’oro sulla superficie da rivestire; d. a fuoco, eseguita stendendo sull’oggetto uno strato di amalgama d’oro dal quale si fa poi evaporare il mercurio col calore; d. a guazzo (solo per rame e sue leghe), ottenuta immergendo gli oggetti in una soluzione di cianuro doppio d’oro e sodio, dal quale viene spostato l’oro, che si deposita in strato sottile; d. galvanica, eseguita servendosi, per galvanostegia, di un bagno di cianuro doppio di sodio e oro, con anodi d’oro o di grafite. 2. Lo strato d’oro di cui è ricoperto un oggetto: la cornice sta perdendo la d.; fregio, ornamento dorato: le d. del soffitto; iscrizioni o fregi d’oro impressi a fuoco su libri rilegati o su oggetti di cuoio: una legatura artistica con dorature agli angoli e sul dorso; d. alla fiorentina, la pirografia su oro.

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