Dottóre

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dottore


dottóre s. m. (f. -éssa, e in alcuni usi anche dottóra) [dal lat. doctor -oris «maestro», der. di docere «insegnare»]. – 1. Propr., chi ammaestra in una dottrina, chi esercita l’ufficio d’insegnare: Poscia ch’io ebbi ’l mio d. udito (Dante); in partic.: i d. della legge, quelli che insegnavano e interpretavano la legge giudaica; i d. della Chiesa, gli scrittori illustri per santità di vita e ortodossia, ma soprattutto per la loro scienza eminente nelle cose sacre, cui questo titolo è stato attribuito con decreto del papa o del concilio ecumenico. Dal sec. 12° agli inizî del sec. 17°, il termine fu usato per designare i giuristi e i teologi più stimati, accompagnato di solito da un aggettivo che riassumeva le qualità del personaggio (per es., Tommaso d’Aquino doctor communis o angelicus, Ruggero Bacone doctor mirabilis). Il sign. originario della parola si conserva anche in frasi comuni: parlare come un d.; ne sa quanto un d.; darsi arie da gran d., ecc.; così nel prov. meglio un asino vivo che un d. morto, a proposito di chi si affatica troppo nello studio. In questa accezione, è usata talora, al femm., la forma dottóra, donna saccente: fare la dottora; si disputava di storia greca e romana, dove lei era una dottora (F. De Sanctis). 2. In Italia, grado accademico che si conferisce con la laurea: nominare, diventare d.; conferire il titolo, il grado di d.; d. in lettere, in medicina, in giurisprudenza, ecc. (frasi che, nell’uso ufficiale e burocr., possono essere riferite anche a donne). Nel passato, titolo che si dava soprattutto agli uomini di legge, corrispondente all’odierno avvocato: il d. Azzeccagarbugli; oggi, in genere, si attribuisce a ogni persona laureata (e nelle scritte si abbrevia in dott. o dr.), sia premesso al nome, sia assol. come vocativo o appellativo: mi ascolti, dottore; c’è il dottore al telefono (il femm., in tutti e tre i casi, è normalmente dottoressa). 3. Usato assol., nel linguaggio com., il medico: chiamare il d.; è venuta la dottoressa a visitarlo. 4. Maschera della commedia dell’arte, derivata dal pedante della commedia d’imitazione classica, poi caricatura del dottore universitario, medico e più spesso legista, di solito bolognese: il dottor Graziano, il dottor Balanzon. ◆ Dim. dottorino; dim. o spreg. dottorétto, dottorùccio; spreg. dottorùcolo, merid. dottorìcchio; accr., scherz., dottoróne; pegg. dottoràccio (per alcuni, e limitatamente a talune accezioni, è in uso anche il femm.).