Esperiènza

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esperienza


esperiènza (ant. esperiènzia, speriènza, speriènzia) s. f. [dal lat. experientia, der. di experiri: v. esperire]. – 1. a. Conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione, l’uso o la pratica, di una determinata sfera della realtà: avere, non avere e. di una cosa; acquistare e.; e. della vita, del mondo, degli uomini, dell’animo umano; Non vogliate negar l’esperïenza, Di retro al sol, del mondo sanza gente (Dante); I secoli d’ignoranza medesimi ... servono d’istruzione e di sperienza ai secoli illuminati (Beccaria); imparare, intendere, sapere, conoscere, parlare per e., per prova direttamente fatta o subìta; si vede per esperienza ne’ nostri tempi quelli principi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto (Machiavelli); fare esperienza (di qualche cosa), provare direttamente: ne ho fatto io stesso dolorosa esperienza. Più in partic., nel linguaggio filos., tipo di conoscenza fornita dalle sensazioni o comunque acquisita per il tramite dei sensi (spesso polemicamente considerata certa, indubitabile, contro le astrazioni e le congetture della speculazione e della pura teoria): verità confermata dall’e.; opinione fondata sull’e.; giudicare al lume dell’e.; e. esterna, la percezione degli oggetti e dei fatti a noi esterni; e. interna, percezione degli stati e dei moti interiori della coscienza; e. comune, quella spontanea, senza regole, mossa dagli impulsi; e. scientifica (o metodica), quella che nell’osservazione dei fatti applica regole fornite dalla ragione; in teologia, e. religiosa, l’apprensione immediata e diretta, per così dire il «contatto» che l’uomo, in quanto religioso, ha col divino, e quindi anche l’apprensione dell’azione di Dio nell’anima, nonché dell’aspirazione e dei movimenti di questa per giungere all’unione con Dio. b. Conoscenza della realtà pratica considerata nel suo complesso: persona di molta, di poca e.; quindi, somma delle cognizioni acquisite con l’osservazione e il contatto diretto della vita nei suoi molteplici aspetti: è un vecchio ricco, o pieno, d’e.; giovane senza e., privo d’e.; i frutti dell’e.; l’e. dimostra che ... c. Contenuto di conoscenza umana considerato dal punto di vista delle modificazioni psicologiche e culturali che esso determina nello sviluppo spirituale di una persona: e. artistiche, estetiche, intellettuali, letterarie, politiche, ecc.; bramoso, assetato di sempre nuove e.; ogni pagina che scrive è per lui una nuova esperienza. Anche in senso più concr. e oggettivo, con riferimento a fatti precisi che sono stati materia di conoscenza diretta, di nuove acquisizioni: raccontare le proprie e. di guerra, di vita sul mare; una donna che ha fatto, o che ha avuto, le sue e., alludendo ad avventure amorose; e. prematrimoniali, rapporti sessuali avuti prima del matrimonio. 2. a. Nel linguaggio scient., la prova di un principio, di una teoria, di una legge, ottenuta per lo più in laboratorio col riprodurre un fenomeno al fine di mostrare le relazioni di dipendenza tra cause ed effetti: esperienze di fisica, di chimica, ecc.; esperienze di laboratorio. In fisica nucleare, e. critica, in un reattore nucleare di ricerca, operazione consistente nell’aumentare gradualmente gli elementi di combustione, sino a raggiungere le condizioni di criticità, rilevabili con adatti strumenti. b. Con senso più generico, esperimento, prova: fannogli fare la sperienza da ritrovarlo [= il sortilegio per ritrovare il porco «imbolato»] con galle di gengiovo e con vernaccia (Boccaccio); tentare un’e. su una persona o una cosa, farne l’oggetto di un particolare esperimento, per avere la dimostrazione pratica di ciò che si vuol sapere o provare. ◆ Dim. spreg. esperienzùccia.