Eurofinale

Neologismi (2008)

eurofinale


s. f. Nel linguaggio sportivo, finale di una competizione di livello europeo. ◆ Al solstizio d’estate, comincia l’avventura di Hector Raul Cuper all’Inter. […] Il nono tecnico dell’era Moratti, reduce da tre eurofinali consecutive con Maiorca e Valencia, ha firmato (in dieci secondi) un contratto di due anni (con opzione per il terzo, «anche questo un segnale di serietà») e ha parlato per tre ore con il presidente, nel suo ufficio con vista sul Duomo, prima di consumare un pasto frugale a casa Moratti, nel cuore di Milano. (Fabio Monti, Corriere della sera, 22 giugno 2001, p. 45, Sport) • Guai, però, a mettere limiti alla provvidenza. Specie se a pilotare la nuova Olanda è proprio il Marco [Van Basten] che valeva oro, l’uomo dei gol splendidi, persino impossibili. Come quello che giusto 18 anni fa, il 25 giugno 1988, a Monaco chiuse l’eurofinale con l’Urss: coordinazione magistrale, volée di destro su lungo cross da sinistra, diagonale strettissimo e 2-0 da cineteca. (Roberto Condio, Stampa, 25 giugno 2006, p. 33, Sport).

Composto dal confisso euro-1 aggiunto al s. f. finale.

Già attestato nel Corriere della sera del 17 gennaio 1992, p. 41, Sport, nella variante grafica euro-finale.