Faber est suae quisque fortunae

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faber est suae quisque fortunae


⟨... sùe ku̯ìskue fortùne⟩ (lat. «ciascuno è artefice della propria sorte»). – Antica massima, che Sallustio attribuisce ad Appio Claudio Cieco, e che si suole citare per affermare che nella vita dell’uomo conta più la volontà e l’azione che l’intervento della sorte.

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