fenòmeno s. m. [dal gr. ϕαινόμενον, part. sostantivato di ϕαίνομαι «mostrarsi, apparire»]. – 1. In filosofia, ciò che appare, che è conoscibile attraverso i sensi, e che può non corrispondere alla realtà oggettiva; secondo Kant, tutto ciò che è oggetto di esperienza sensibile, e che quindi è caratterizzato dal fatto di «apparirci» nel tempo e nello spazio, configurato secondo rapporti (per es. di causa ed effetto) che sono in funzione di un’attività «organizzatrice» esercitata dall’intelletto umano (si contrappone alla «cosa in sé» o «noumeno» o «oggetto intelligibile», che può essere pensato dalla ragione, ma mai propriamente conosciuto); per Hegel, il fenomeno è il momento di un processo, e consiste nella manifestazione necessaria, oggettiva, dell’essenza, alla quale non si contrappone. 2. a. Nel linguaggio scient., il termine è genericam. usato come sinon. di evento; più precisamente, sono fenomeni i fatti, gli eventi provocati o spontanei, ma comunque suscettibili di osservazione e di studio: f. fisici, biochimici, psichici, tellurici, atmosferici, meteorologici, ecc.; in partic., in fisica, f. critico, comportamento singolare di proprietà termodinamiche e di trasporto di un mezzo materiale in vicinanza del punto critico di una transizione di fase. b. In statistica, ogni manifestazione della realtà che, ai fini della