Fisso

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fisso


agg. [lat. fīxus, part. pass. di figĕre «figgere»]. – 1. a. Fissato, fermato stabilmente, detto di oggetti materiali, e in genere di cosa che rimane sempre in un luogo, che non si sposta: una lampada f. al tavolo; vetro f.; impianti f.; avere un punto f. di riferimento (anche fig.); in meccanica, solido con un punto (o con un asse) f., solido libero di ruotare intorno al punto (o all’asse); stelle f., gli astri che, a differenza dei pianeti, paiono conservare sempre la stessa posizione nella sfera celeste (in realtà, essi sono animati da moti proprî, che però, a causa delle grandissime distanze, non sono percettibili all’osservazione ordinaria). Riferito a persone: stare sempre f. in un luogo; è f. a Roma da qualche mese. Usi fig.: avere fissa nel cuore, nella mente una persona o una cosa, averla sempre presente; idea f., ostinata, che ossessiona la mente con continuità, espressione, spesso, di coazione; fam., chiodo f., con senso sim., ma la locuz. esprime più efficacemente l’assillo, la preoccupazione e anche la tormentosa aspirazione verso qualche cosa. b. Fermo, immobile: luce f. (per es. quella di una lampadina, contrapposta alla luce tremolante di una candela); fig., riferito a persona: alle volte è un po’ fissa nelle sue idee (Manzoni); essere f. in un proposito, in una determinazione, fermamente risoluto. Detto dello sguardo o degli occhi, esprime non solo la persistenza ma anche l’intensità con cui sono rivolti a un determinato oggetto: tutti gli occhi erano f. su di lui; spesso riferito alla persona stessa: stava f. a mirare quell’inatteso spettacolo; e con funzione d’avv.: mi guardò fissa a lungo; talora invar.: questi pure guardaron fisso la nuova compagnia (Manzoni); può indicare anche soltanto l’immobilità dell’occhio: teneva lo sguardo f. nel vuoto; il suo occhio era f. e senza espressione. Con sign. analogo: avere la mente, il pensiero f. a qualche cosa, intensamente rivolto; e riferito alla persona: Ad ascoltarli er’io del tutto f. (Dante), attento, intento. Al plur., fissi!, ordine impartito a un reparto inquadrato di militari o ginnasti perché tornino a guardare dritto davanti a sé, dopo aver eseguito il comando di attenti a destra! o attenti a sinistra! c. Stabile: impiego f., stipendio f.; godere di un assegno f. (con questo sign. anche sostantivato: avere un f. mensile); gente senza f. dimora. Riferito a persona: pensionante f., non saltuario; mano d’opera f., assunta con un contratto a tempo indeterminato. d. Più genericam., non soggetto a variazione, quindi invariabile o costante: macchina fotografica a fuoco f.; fenomeni che si ripetono a intervalli f.; ricevere a ore f., in giorni f.; contratto a termine f.; regole f.; diritto f. (v. diritto2, n. 5 b). In araldica, posizioni f. (o proprie, naturali, normali), quelle occupate dalle figure nello scudo per un uso costante. In elettrotecnica, condensatore f., resistore f., il cui valore non può essere variato (contrapp. a variabile); in telefonia, telefono f., munito di cavo a parete, in contrapp. a telefono mobile o cellulare. Anche, stabilito in una determinata misura: compenso, salario f., non a cottimo; prezzo f., non contrattabile, non passibile di riduzione: vendita a prezzi f.; pranzo a prezzo f., nei ristoranti, secondo un menù predisposto (in contrapp. al pranzo alla carta, per cui il prezzo varia secondo le consumazioni). In economia, con l’una o con l’altra delle due precedenti accezioni: cambio f., quello che, per ragioni di pratica contabile, sia adottato in misura costante per la conversione di valute estere in valute nazionali; o anche, in senso più generale, quello che sia mantenuto a un determinato livello stabile o che possa oscillare entro limiti ristrettissimi, in contrapp. al cambio flessibile; capitale f. di un’impresa (in contrapp. al capitale circolante), i beni che, logorandosi gradatamente, possono essere utilizzati per una serie di atti produttivi (per es. macchine); reddito f., il frutto di un capitale, quando sia proporzionato all’entità del capitale stesso in ragione di un saggio invariabile; titoli a reddito f., i titoli di stato e anche i titoli obbligazionarî (in contrapp. a quelli azionarî, sempre a reddito variabile); mutuo a tasso f., senza variazioni del tasso d’interesse; redditi f., i salarî e gli stipendî in quanto si adeguano solo lentamente alle variazioni del valore della moneta; costi f. (in contrapp. a quelli variabili col variare del numero delle unità prodotte), quella parte del costo totale che non risente della variazione di volume produttivo entro i limiti della capacità dell’impianto (costi di organizzazione, costi di impianti e macchinarî, ecc.); spese f., nelle aziende pubbliche, le spese derivanti da leggi organiche o da impegni permanenti e che hanno scadenza determinata (stipendî, pensioni, fitti, ecc.). e. ant. Prestabilito; destinato: Così son le sue sorti a ciascun fisse (Petrarca); Fisso è nel Ciel ch’al venerabil segno Chini le mura, apra Sion le porte (T. Tasso). 2. In chimica, alcali f., gli idrati dei metalli alcalini che per riscaldamento possono liberare acqua lasciando però un residuo dotato di proprietà alcaline (si comportano così le soluzioni di idrato sodico, potassico, di calcio, ecc.). 3. ant. Trafitto: Le scopre il f. cuor di grave punta (Ariosto), qui in senso fig., e con uso più propriam. verbale. 4. settentr. Fitto, in espressioni come: rete, tela f., pioggia f., pettine f., brodo f. (cioè denso, poco liquido), e simili. ◆ Avv. fissaménte, in modo fisso, fermo, stabile; più com., con fissità, riferito allo sguardo o alla mente: guardare fissamente una persona, un oggetto; pensare fissamente, rivolgere fissamente il pensiero a qualcosa, a qualcuno.