Fondaménto

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fondamento


fondaménto s. m. [dal lat. fundamentum, der. di fundare «fondare»] (pl. -i, e in senso proprio più spesso le fondaménta, femm.). – 1. Ciascuna delle strutture murarie su cui si costruisce e su cui poggia un edificio; è termine oggi meno tecnico di fondazione, ed è usato quasi esclusivam. al plur.: porre, gettare le f. di una casa, di un palazzo, di una chiesa; f. solide, deboli; distruggere, abbattere, rinnovare una costruzione dalle fondamenta. Con il plur. masch., e in senso più ampio: questa biblioteca ambrosiana, che Federigo ... eresse, con tanto dispendio, da’ fondamenti (Manzoni). 2. fig. a. Quanto serve di base, di sostegno a una costruzione astratta, a una struttura o istituzione non materiale: i f. di un sistema; i f. della religione; porre i f. di una società; la buona educazione è f. della convivenza civile. In partic., ciascuno dei principî logici o ontologici che stanno alla base di un sistema filosofico, o degli assiomi su cui è costruita una scienza e che ne sanciscono la validità: i f. dell’idealismo; i f. della matematica, della chimica, della glottologia. Critica dei f., processo iniziato alla fine del sec. 19° e sviluppatosi nei primi decennî del 20°, tendente a rifondare le scienze su basi più ristrette e con l’adozione di metodi che evitassero contraddizioni e paradossi: critica dei f. della fisica, dei f. della biologia, dei f. della matematica. b. Ragione solida, fondata su dati certi; soprattutto in alcune locuz.: parlare, sperare, credere con f., e più com. con buon f.; analogam., avere buon f. a credere, a sperare; al contr., senza f., senza ragioni valide, privo di f., infondato, campato in aria: speranze, supposizioni, sospetti senza f.; parole, argomentazioni prive di f., che mancano di f.; affermazioni, accuse destituite di f., di ogni o qualsiasi fondamento, gratuite, false. c. Con accezioni fig.: lavorare, affaticarsi, darsi da fare senza f., senza costrutto, inutilmente, sprecando il proprio tempo; fare f. su una persona, su una cosa, farci assegnamento. 3. non com. L’opera del fondare, fondazione, istituzione, per lo più in senso fig.: la vergogna è apertissimo segno in adolescenza di nobilitade, perché quivi è massimamente necessaria al buono f. de la nostra vita buona (Dante).

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