Forte. Finestra di approfondimento

Sinonimi e Contrari (2003)

Fabio Rossi

forte. Finestra di approfondimento Forte nel corpo - Tra gli agg. ital., f. è senza dubbio uno dei più frequenti, con un’estesissima aerea semantica e un elevato numero di sinon. e contrari. Data la sua genericità, f. tende a specializzarsi a seconda dei contesti e dei sost. cui si accompagna. Tra i sign. più com., c’è quello connesso con la prestanza fisica. I sinon. più ricercati sono aitante (giudicato più bello ed aitante di tutti gli u·ciali e di tutti i canonici [G. Faldella]) e prestante (bell’uomo, ancora prestante benché abbia di già passato la cinquantina [L. Pirandello]), che rimandano anche alla bellezza. Gagliardo e vigoroso, invece, richiamano soltanto la forza (anche fig.), e possono essere riferiti anche a parti del corpo, stati d’animo, stile e altro: ed un dardo / ver me lanciò col bel braccio gagliardo (G. Boccaccio); l’uomo vigoroso si sente, si giudica padrone del mondo (G. Leopardi); quel suo animo vigoroso e prudente non poteva acquetarsi in vane lusinghe (I. Nievo). I sinon. più com. sono forzuto e robusto, anche se quest’ultimo, così come muscoloso, rimanda più all’aspetto massiccio che alla forza vera e propria: si raccoglieano i remator forzuti / sul lido (I. Pindemonte); un robusto villano o villana non paiono certamente belli alle persone di città (G. Leopardi). Rispetto a muscoloso, inoltre, robusto sottolinea maggiormente l’essere sano e resistente, e infatti può contrapporsi a gracile e delicato (detti di chi si ammala spesso), oltre che a debole. F. e i suoi sinon., in questo primo sign., sono – e soprattutto erano – quasi esclusivamente riferiti agli uomini e solo eccezionalmente alle donne (quella donna è f. come un uomo). Anche i contr. sottolineano ora la forza fisica (debole, fiacco), ora l’aspetto (esile,mingherlino), seppure in teoria non ci sia un rapporto obbligatotra un aspetto esile e una reale debolezza. Debole è il contr. più comune di f., nelle varie accezioni, a esclusione di quelle in cui ci si riferisca alla simpatia (mia sorella è davvero f.; qui il contr. sarà antipatico o noioso), oppure alla resistenza di oggetti (il contrario di un tessuto f. sarà un tessuto delicato o fragile), e in qualche altro caso per il quale si rimanda al lemma.

Forte nell’animo - Anche per quanto riguarda la forza d’animo, esistono numerosi sinonimi. Se si sottolinea la fermezza delle decisioni, si possono usare deciso,determinato,fermo,risoluto,sicuro: mi presentai, franco, risoluto, alla casa della signorina (G. Verga). Se ci si riferisce alla resistenza alle avversità, si possono usare saldo o solido: con l’animo saldo ed imperturbato a tutte le percosse di fortuna (B. Castiglione). Se si allude al coraggio, sono disponibili coraggioso e i più ricercati (talora retorici o iron.) ardimentoso, audace, impavido, prode. Alcuni di questi agg. hanno creato delle vere e proprie formule lett., come cuore impavido,prode guerriero,animo audace, ecc.

Forte per i sensi - Molti sign. rimandano a un’intensa sensazione, in cui f. è termine generico e viene preferibilmente sostituito da altri aggettivi. Se di un sapore si dice che è f. si intenderà dire che è piccante, o speziato, più raram. acre o aspro. Se una bevanda è detta f., si intenderà molto alcolica; se si parla di vino, f. può stare per robusto o corposo; ma, se si dice che un vino sa di f., si intenderà che sa d’aceto, di spunto. Un suono forte è emesso a volume alto; meno correttamente, in virtù della frequente identificazione dei parametri dell’intensità e della frequenza (si veda il caso di alto/basso usati sia per acuto/ grave, sia per molto/poco intenso), si dirà f. intendendo un suono molto acuto. Passando alle sensazioni visive, una luce forte si dirà intensa o vivida. Se troppo forte, sarà abbagliante,accecante o abbacinante. Un colore forte sarà ora luminoso o sgargiante (se emana molta luce), ora intenso o scuro (rispetto a uno chiaro o scialbo). Anche alcune sensazioni olfattive possono essere dette f. (odore fortissimo di tigli [C. Pavese]), talora per eufem.: che odore f. (= che puzzo), che sento in questo ambiente. I sinon. (tutti però meno diretti di cattivo) possono essere acre,acuto o pungente (per un odore in genere sgradevole: aria impregnata d’un odore acuto di medicinali [E. De Amicis]; in quell’ombra della stanza, ammorbata dall’acre odore del decrepito materasso e delle povere lenzuola [A. Oriani]), oppure intenso o penetrante (per odori non necessariamente sgradevoli: tutti i fiori giovani, dal profumo intenso e dalla vita breve [A. Oriani]; non appena versò il caffè, un aroma penetrante pervase la stanza). Anche il sole può dirsi f., intendendo così caldo,cocente,rovente.

Posizioni - Come per altri agg., anche la posizione di f. (prima o dopo il sost.) ne modifica talora il significato. Avviene per es. in f. sensazione e sensazione f.: nel primo caso f. vale «netto, fondato » (come in f. dubbio,sospetto: su di lui pesa il f. sospetto della corruzione), nel secondo vale «intenso »: mi piacciono le sensazioni forti. Oppure, f. argomento e argomento f.: ci sono f. argomenti contro di lui («argomenti seri, validi»), il film tratta argomenti molto f. («argomenti che possono turbare o scandalizzare»). Testimonia l’alta frequenza di f. anche il suo uso come sost. e come avverbio. Mentre gli usi sostantivati sono quasi tutti completamente lessicalizzati (taluni anche in linguaggi tecnici, come per es. il f. come indicazione musicale), quelli avverbiali sono quasi tutti propri del registro fam., con sinon. più formali o più specifici, come si può vedere sotto il lemma forte (avverbio).