Frutta

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frutta


s. f. [lat. mediev. fructa, plur. collettivo di fructum, sostituitosi al lat. class. fructus -us per incrocio con pomum «frutto»] (pl. -a, non com., e più raro -e). – Nome collettivo dei frutti commestibili, soprattutto quelli prodotti da piante arboree, dette appunto alberi da frutta o da frutto (mele, pere, ciliegie, ecc.), ma anche da piante erbacee (fragole, poponi, ecc.), elemento fondamentale dell’alimentazione umana: f. matura, acerba; f. di stagione; un piatto di frutta; f. fresca; f. secca (noci, nocciole, mandorle, fichi secchi, ecc.); f. selvatica o di siepe, quella di piante non coltivate (mirtilli, corbezzole, more); f. nostrana, coltivata in Italia; f. esotica, proveniente da paesi tropico-equatoriali (banane, ananas, mango, papaya, ecc.). Con riferimento alle varie elaborazioni dell’industria alimentare: f. candita, impregnata di zucchero mediante immersione a più riprese in sciroppo caldo; f. sciroppata, conservata in sciroppo di zucchero; f. in composta, tenuta in conserva nello spirito, nel vino, più raramente nell’aceto; marmellata di frutta (v. marmellata); gelatina di frutta (v. gelatina, n. 1 b); zucchero di frutta, sinon. di fruttosio o levulosio; succhi di frutta, prodotti liquidi ottenuti da frutta matura (pesche, pere, pompelmi, ecc.) mediante spremitura, aggiunta di zucchero, filtrazione, centrifugazione; eteri di frutta, soluzioni alcoliche di vari esteri (in partic. quelli metilici, etilici, amilici degli acidi butirrico, valerianico, benzoico), e di altre sostanze aventi odore simile a quello dei varî tipi di frutta, usate nella preparazione di gelati, confetture, sciroppi, ecc. ◆ Il plur. frutta, non com., si usa con lo stesso valore collettivo, senza sostanziale differenza dal sing. Nell’uso tosc. il sing. frutta è usato anche per indicare il frutto singolo, onde il plur. frutte (un tempo assai più com. di oggi) con valore collettivo. ◆ Dim., non com., frutterèlla.

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