Gàio

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gaio


gàio agg. [dal provenz. gai, che è prob. dal got. *gaheis, cfr. ant. alto ted. gāhi]. – 1. a. Allegro, festevole; che esprime, negli atti, un’interiore letizia e serenità: un giovane g.; umore, carattere g.; una g. compagnia; un vispo e g. vecchietto; aspetto g., che rivela gaiezza. b. estens. Che apporta o ispira gaiezza: fu un g. carnevale; Vedendoti la notte e ’l verno a lato E ’l dì dopo le spalle e i mesi gai (Petrarca); luogo, ambiente g., ridente; colori g., vivi, luminosi. c. D’altre cose, poet., vivace: Come quando più gaio Euro provòca Sull’alba il queto Lario (Foscolo). 2. ant. Vago, leggiadro: G. donna, piacente e dilettosa (Dante da Maiano). Con sign. sim., nella locuz. g. scienza (provenz. gai saber, propr. «gaio sapere»), nome dato nel sec. 14° alla poesia trovadorica e alle questioni d’amore che venivano discusse nelle cosiddette Corti d’amore. 3. fig., tosc. Copioso, abbondante: g. guadagno; borsa, casa g.; anche riferito a persona: esser g. a quattrini. ◆ Avv. gaiaménte, in modo gioviale, festoso; serenamente e piacevolmente: trascorrere gaiamente una giornata in campagna.