Godere

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godere


godére v. intr. e tr. [lat. gaudēre] (io gòdo, ecc.; fut. godrò, meno com. goderò, ecc.; condiz. godrèi, meno com. goderèi, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) a. Provare il sentimento di intima soddisfazione che viene dal possesso o dalla contemplazione di un bene spirituale o materiale e dalla coscienza di tale possesso: chi si contenta gode; Così qua giù si gode E la strada del ciel si trova aperta (Petrarca). Con uso assol., trascorrere il tempo tra i piaceri e le comodità della vita, con l’animo libero da serie preoccupazioni e da gravi turbamenti (contrapp. quindi a patire, soffrire): Godi, fanciullo mio; stato soave, Stagion lieta è cotesta (Leopardi); ha goduto molto nella sua vita; chi gode in gioventù spesso soffre in vecchiaia; avere sete di g.; con accezione più partic. e con riferimento più preciso, provare godimento fisico e sessuale; ha ancora altro senso nel prov. tra due litiganti il terzo gode (quando cioè due persone si contendono un bene c’è sempre qualcun altro che ne trae astutamente profitto a loro danno). b. Provare viva contentezza o compiacimento per cosa che riesca gradita: godo della notizia che mi dai; i genitori godono per il successo del figlio; e seguito da prop. dipendente, con varî costrutti: godo che tu sia tornato fra noi; tutti godono di saperti guarito; godeva nel vederti crescere sano e robusto. c. Rallegrarsi, esultare: Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande Che per mare e per terra batti l’ali (Dante). d. Più genericam., trovare piacere, soddisfazione in qualche cosa: el si gode Tanto del ber quant’è grande la sete (Dante); pare che tu goda a tormentarmi così; anche godersela, sentire vivo piacere e manifestarlo: lui se la gode di vedermi nei pasticci; me la godevo un mondo a quello spettacolo. Fig., con soggetto di cosa: pareva che tutta la natura godesse di quel bel sole primaverile. e. Nell’uso letter. ant., anche con l’aus. essere (che riecheggia la coniug. lat. del verbo nei tempi composti: gavisus est, ecc.): In cotal guisa già l’antiche genti si crede esser godute al secol d’oro (Poliziano). 2. tr. a. Gustare la dolcezza di un bene di cui si è partecipi, sia in senso spirituale: g. la beatitudine celeste, il paradiso, la visione beatifica di Dio, l’eterno riposo; g. un po’ di pace, di tranquillità; sia in senso più materiale: stare a g. il sole, il fresco, la brezza marina. Frequente l’uso con la particella pron. in funzione intensiva, godersi qualche cosa, trarne piacere: godersi la campagna, godersi lo spettacolo; mi sono goduto una splendida vacanza; e poscia cel goderemo [il porco rubato a Calandrino] qui insieme col domine (Boccaccio); o impiegare utilmente e con proprio diletto: voglio godermi in pace le mie vacanze; desidero godermeli, questi pochi anni di vita; ha fatto i soldi e ora se li gode (o al contr., è pieno di soldi, ma non sa goderseli); godersi la vita (o, con il pron. la indeterminato, godersela), far vita allegra, darsi buon tempo: beato lui, che può godersela dalla mattina alla sera. b. Con compl. oggetto di persona (per lo più rappresentato dal pron. lo, la, ecc.), provare piacere a stare in compagnia di qualcuno, averne gioia o divertimento; talora iron.: i figli se li goda chi li ha fatti; l’ha voluto sposare e se lo goda; e con riferimento a un evento negativo cercato o per lo meno prevedibile: l’ha voluto? se lo goda. 3. Per estens., avere, possedere cosa utile o gradita; intr.: g. di un privilegio, g. dei pieni diritti civili, g. di una cospicua rendita; gode di tutti i vantaggi del suo grado; gode della piena fiducia dei superiori (e riferito a materiali o sostanze: g. di una proprietà, g. della proprietà di ...); tr.: g. un privilegio, g. tutti i vantaggi, ecc.; più com. intr. che tr., con sign. simile ad avere, in frasi come: ha sempre goduto (di) un’ottima salute; gode (di) grande reputazione, (di) immensa popolarità; non godono (di) buona fama; di quassù si gode una bella vista (anche riferito a cosa: la villa gode (di) una splendida vista sul mare). ◆ Part. pres. godènte, anche come agg., raro, e poco com. in funzione verbale, usato come variante di gaudente nella denominazione storica dei «frati gaudenti»: Frati godenti fummo, e bolognesi (Dante).