homo sum, humani nihil a me alienum puto ‹òmo sum umàni nìil a mè ali̯ènum puto› (lat. «sono uomo, niente di ciò ch’è umano ritengo estraneo a me»). – Parole pronunciate nell’Heautontimorumenos di Terenzio (I, 1, 25) dal vecchio Cremete, a giustificazione della sua curiosità, e divenute proverbiali per alludere alla fondamentale debolezza della natura umana, alla difficoltà di evitare l’errore o la colpa; si citano anche per significare di essere aperto a ogni esperienza umana, di non rifuggire da nessuna esperienza, e simili.